Cervello in Tilt

Errori Seriali

23 Febbraio 2018

Errori Seriali

Io, Walter White

di Stefano Michelini

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La Vera Storia di Walter White

Walter White è un professore di chimica ad Albuquerque. Vive con la moglie Skyler, incinta della loro secondogenita, e il figlio Walter "Flynn" Junior, affetto da una paralisi cerebrale, un disturbo che gli causa problemi di linguaggio e lo costringe a servirsi di stampelle per muoversi. Alla soglia dei cinquant'anni, Walter è obbligato a svolgere un secondo lavoro come dipendente in un autolavaggio, per far fronte alle difficoltà economiche della famiglia. A tutto questo si aggiunge il profondo senso di insoddisfazione di Walter, che deve sopportare le angherie del suo titolare, dei suoi amici e familiari, i quali lo vedono come un uomo debole e remissivo. In particolare, suo cognato Hank, agente della DEA (Drug Enforcemente Administration), con cui peraltro ha un buon rapporto, non perde occasione per mettere a confronto la sua vita avventurosa con quella di Walter, totalmente priva di soddisfazioni.

Quando a Walter viene diagnosticato un cancro ai polmoni, i suoi problemi sembrano precipitare. Tuttavia, in seguito al casuale incontro con Jesse Pinkman, un suo ex studente diventato uno spacciatore di poco conto, Walter decide di cucinare i cristalli di metanfetamina. Il prodotto di Walter, grazie alle sue conoscenze chimiche, si rivela però di qualità nettamente superiore rispetto alla concorrenza, con una purezza del 99,1%. Decide quindi di sfruttare queste capacità per prendere il controllo del mercato della droga, commettendo una tragica sequenza di Errori Seriali, che si rivelano in cinque stagioni della serie televisiva Breaking Bad

 

 

Io, Walter White

A 41 anni ho realizzato che, per le mie origini e per la mia educazione da strada, avevo esaurito i miei compiti esistenziali. 

 

Ero, finalmente, in grado di riportare a casa il triplo dei talenti ricevuti secondo la parabola preferita da mia madre. 

 

Ero in grado di dimostrare con in fatti, che non me ne ero stato con le mani in mano con quei due talenti che avevo ricevuto. Li avevo fatti produrre, non in termini di guadagno, ma di ingegnosità e impegno. Certo, al ritorno a casa, non li avrei mai riconsegnati a mio padre, che ci avrebbe giocato la schedina “sicuramente vincente”, dopo avermi dato una pacca sulle spalle e detto: “Bravo” e continuato con gli amici a mettere la sua sfilata di X-1-2, doppie e triple.

 

Da tutto questo, ne sono uscito come primo abbozzo di uomo, capace di prendersi il poco ricevuto e proseguire secondo una linea esistenziale precisa, con gli errori di tutti, ma non seriali. 

 

Mi sentivo forte, per la prima volta, e in grado di affrontare ogni tipo di male e prendermi ogni tipo di responsabilità verso chi amavo e verso i miei pazienti.

 

I mali, infatti, poi sono venuti e, come previsto, non mi hanno fatto mai paura, proprio perché ero pronto, bene educato alla resilienza ragionata e costruttiva.

 

Il melanoma, il processo, le spese enormi per difendermi dall’invidia di strutture pubbliche e di qualche presunto re sociale, la battaglia contro i vizi di mio figlio Alessandro, il suo coma dopo l’incidente, una breve pausa di benessere totale a San Diego, Londra e Hong Kong, il secondo matrimonio, Raffaello alieno, scelte per lui sempre giuste, il movimento di pensiero Presunti Sani, Roma, conoscere presunte belle persone.

 

Questi i fatti fino a ora, con qualche errore seriale nel mezzo, tipo il disallineamento con persone sopravvalutate, investimenti immobiliari sbagliati, generosità più vicina a Babino lo Sciocco che a un valore etico.

 

Ma veniamo al punto: “Perché mi sento come Walter White?”

 

  1. Per la mia natura di paladino dell’Amore Filiale, del quale mi sono sempre occupato nella mia carriera neuroscientifica
  2. Per la mia competenza nel settore dei figlicidi 
  3. Perché per difendere i miei figli ho fatto, faccio e farò di tutto, proprio come Walter, con la pericolosa consapevolezza di correre sul crinale sottile di un precipizio morale:
    • Ucciderei per loro? Sì, senza pensarci due volte
    • Mi farei uccidere per loro? Senza esitazione
    • Morte a Credito per loro? Sì, sì ! Anche in onore a Céline
    • Sensi di Colpa? Nemmeno l’ombra
    • Breaking Bad per loro? Breaking Bad fino in fondo