Cervello in Tilt

Relazioni Complicate

19 Aprile 2018

Relazioni Complicate

Le origini della diffidenza

di Stefano Michelini

‹ INDIETRO

L’input di Giulia Marchi, le canzoni e la corrispondenza con I Tripper Squad, non ci consentono di lasciare inevaso l’argomento della Diffidenza.

 

Il primo punto da chiarire è una valutazione se la propria Diffidenza è generalizzata, verso tutti, o specifica verso un singolo soggetto o un piccolo gruppo.

 

Se è estesa a tutti e l’atteggiamento è sempre presente, sia pure senza travalicare i limiti della Paranoia, siamo sicuramente nella sfera dei Presunti Sani.

 

La Diffidenza costringe sempre ad un atteggiamento di allerta, di doppi o tripli pensieri; ci sentiamo sempre al centro di un presunto sfruttamento o inganno da parte di tutti.

 

Perché?

 

Dal punto di vista psicologico-psichiatrico la causa non è quasi mai causata da un unico piccolo difetto di funzionamento dei circuiti cerebrali.

 

Quando abbiamo parlato della Paura, nel contributo di Elisabetta Salvi, il circuito cerebrale non funzionante è unico. Se vi ricordate abbiamo parlato di una zona precisa un po’ meno azzurra del solito, per carenza di una sostanza chimica.

 

Nel caso della Diffidenza ci possono essere molti centri disfunzionali contemporaneamente che inizieremo ad elencare con i loro nomi popolari:

 

  • RIDOTTA AUTOSTIMA
  • PAURA
  • OSSESSIVITA’
  • DISTURBI DELL’IMMAGINE CORPOREA
  • IPERSENSIBILITÁ AL GIUDIZIO ALTRUI

 

 

Per capire la Diffidenza è necessario mischiare queste istanze psicologiche:

 

La ridotta autostima è prodotta quasi sempre da una riduzione del tono dell’umore, che ci produce un costante senso di inferiorità generalizzato e, di conseguenza una condizione di insicurezza costante. 

 

Se un Presunto Sano si sente costantemente insicuro, il sospetto che un interlocutore lo possa “mettere in mezzo” a fini propri è una condizione tipica quanto dolorosa. Soltanto alcune persone posso garantirci un senso di rilassatezza: spesso un familiare, più un genitore del coniuge.

 

Per farvi conoscere meglio la ridotta autostima è necessario chiamare in causa la corrispondente malattia di cui fa parte: la Depressione. Un malato depresso ha sempre una ridotta stima di sé, rinforzata da altri sintomi simili. 

 

Nel caso del Presunto Sano, di uno di noi, è un languore, non così forte come nella depressione. Il rinforzo in questo caso è dato da una ridotta produttività relazionale e lavorativa che ci convincono di essere degli “sfigati” per usare una parola alla moda.

 

La paura in questo caso è un ingrediente che contribuisce allo sviluppo della Diffidenza, non per come l’abbiamo conosciuta nei contenuti della Sezione Paura e Insicurezza. In questo caso, si tratta  sempre di una condizione di allarme costante, ma non diretta verso la propria salute, ma verso l’atteggiamento sociale di uno più interlocutore. E’ il motore che tiene sempre acceso il sospetto che gli altri pensino che non valiamo niente. Che siamo persone di scarsa penetranza da ogni prospettiva si voglia vedere: ludica, lavorativa, amorosa. Esseri quasi trasparenti.

 

Il terzo ingrediente, micidiale nella Diffidenza, è il circuito elettrochimico della ossessività: il pensiero continuo di essere utilizzati, manipolati o strumentalizzati, è un pensiero che non ci abbandona mai. In questo caso è il circuito del controllo del pensiero a non funzionare bene: un pensiero fisiologico ha il seguente iter: pensiero - analisi più o meno prolungata a seconda dell’importanza del pensiero - soluzione - messa in pratica della soluzione - verifica finale. Se tutto è andato bene, quel pensiero termina; se qualcosa non è andato bene, il cervello funzionante può ripassare le varie fasi per valutare se nel percorso c’è stato un errore. Ad un cero punto si giunge ad una qualsiasi conclusione definitiva e non ci pensiamo più. 

Se invece il centro di controllo dell’analisi di un pensiero non funziona bene, quel pensiero di essere al centro di una manipolazione, di sospetto non ci abbandona mai, nemmeno la notte, non lasciandoci riposare. Al mattino, oltre ad essere sempre sospettosi, siamo anche stanchi e di malumore, e le nostre prestazioni possono oggettivamente peggiorare, alimentando, questa volta a ragione, il nostro senso di inefficienza e di ridotta autostima.

 

Altro ingrediente presente, non in tutti i Diffidenti Presunti Sani, è una Distorsione dell’Immagine Corporea, che può esagerare nel proprio sentire,  una deformazione reale (calvizie, gambe non perfette, orecchie grandi, cicatrici, tono di voce non comune) o immaginaria. Questo ingrediente della Diffidenza è meno frequente delle altre componenti analizzate, nell’origine della Diffidenza, ma non va sottovalutata, perché spesso un intervento di chirurgia estetica, che riporta un naso abnorme ad un naso di dimensioni e forma normale può essere sufficiente a ricondurre la Diffidenza nei limiti. La Diffidenza, infatti non è soltanto il timore costante di essere manipolati, ma anche di essere al centro dell’attenzione e di essere valutati per il nostro aspetto e, sulla base di questo, essere valutati meno e sentirsi sempre al centro di battute degli altri intorno a noi.

 

Questo aspetto ci introduce all’ultimo ingrediente, che un Presunto Sano Diffidente può amalgamare nel cattivo cocktail già preparato, con gli ingredienti descritti sopra: essere ipersensibili al giudizio altrui. 

Questo altro difetto è più difficile da spiegare in termini divulgativo scientifici, ma per capirci su un linguaggio comune ha a che fare con la timidezza, altra istanza psicologica di natura ansiosa. Il timido ha sempre il timore di essere al centro dell’attenzione dell’osservazione altrui e la Diffidenza e la mimetizzazione in qualche angolo nascosto sono le reazioni più comuni.

 

Essere Diffidenti è un brutto demone anche per un Presunto Sano, perché se non espresso dal sano ad uno specialista, ottiene conforti brevissimi dai familiari e vive una brutta vita. Lontanissima dalla leggerezza.

 

In quattro settimane di terapia e in un successivo monitoraggio si riguadagnano immediatamente posizioni di tranquillità e ci si eleva al rango di persone sicure, non più presunte vittime di complotti e manipolazioni che si configurano solo dentro di noi.

Con le altre manifestazioni di un Presunto Sano, in qualche modo si riesce a convivere, sia pure pesantemente. La Diffidenza, proprio perché ha molte radici chimiche disfunzionali, la vita è davvero un fardello e sorridere leggeri raro come il passaggio di una cometa.