Cervello in Tilt

Il senso della vita

10 Aprile 2018

Il senso della vita

Io, pieno di vita, atto II

di Stefano Michelini - Jovanotti

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Questa mattina, inaspettatamente ho ripreso la mia funzionalità intestinale normale, cosa che non accadeva dal 22 giugno 2017, inizio di una dieta anomala e drastica, che mi ha riportato al peso che avevo a 30 anni (71 kg) dai 98.8 kg a cui ero arrivato, per prepararmi ad una pensione esistenziale nazional popolare: l’uomo con la pancia e le gambe fini. Lo schifo iconico, sinonimo di resa, anche serena, e preludio alla morte.

 

Dico questo perché io, Presunto Sano per eccellenza, il primo della lista, non appartengo alla categoria degli osservatori della propria funzionalità intestinale. Ne conosco moltissimi che ne fanno una ragione di vita, per regolarità, consistenza, forma e profumo. Non sono di quelli. Un pensiero in meno.

 

Ma questa mattina verso le 6.30, prima di partire ho sentito lo stimolo in tutta la sua completezza e l’ho rispettato. Andato in bagno senza procastinare, giù pantaloni e mutande e un liscio. duraturo, produttivo risultato, in one shot, con soddisfazione addominale piena. Anche il senso di dilatazione prima e restringimento dello sfintere anale è stato consapevolmente e visceralmente perfetto.

 

Se non avessi chiaro il mio orientamento sessuale da sempre, l’episodio di stamani sarebbe stato ritenuto rilevante da Freud. 

 

Freud, che comincio, in vecchiaia, ad amare sempre di più. 

 

Forse perché la prima cazzata che gli veniva in mente, la scriveva e la collocava in un orgia familiare, in cui il padre incula il figlio, il figlio si scopa la madre, padre e madre urlano, Edipo o Elettra che guardano, il figlio che estrae il coltello preparato da tempo e fa della camera un tempio splatter, con Tarantino seduto a al centro in una poltrona Luigi XIII di velluto rosso, vestito alla sua maniera.

 

Altro che i miei circuiti elettrochimici, che cerco di semplificare ai miei pazienti e che si sentono più un Terminator che un uomo. 

 

Erano quelle le favole da raccontare, dove c’era sempre un perché. Come le cartomanti specializzate. Ovvio che ti è successo quello che mi racconti, ti sognavi tua cugina che si masturbava con un cetriolo e tu provavi ad imitarla tutte le sere, trovando però l’ingombro del piccolo pene pendulo e non conoscendo ancora le varie possibilità di collocazione.

 

Va beh va beh… è tutto così romantico.

 

Se sono solo, adoro l’essere umano. Sono un Presunto Sano: alieno, alienabile, social fobico e stanziale. Mi piace solo baciare, abbracciare, essere abbracciato e vedere Dybala.

 

Raffaello e il senso dell’amore sono DIo, non comparabili.

 

Sono pieno di vita e ringrazio questa canzone, che dice ben poco se si legge il testo. 

 

Alla Vasco Rossi: una o due frasette bene messe e significative, nel nulla del resto.

 

Ma il ritmo musicale e i colori, se sei già pieno di vita, ti esaspera esponenzialmente l’essere pieno di vita e di volere fare bene, dannatamente bene, ancora di più.

 

Come sensazione vitale e voglia di muovermi, mi ha rimesso addosso quelle sensazioni basilari dell’esistenza di Ciao Mamma.

 

Ora sono qui e c’è ben poco altro da aggiungere, se non che è splendido bere quando hai una sete che muori. Bono Freud! Fermate con le interpretazione, detto alla romana.

 

Grazie amore mio infinito, grazie. Detto in piena coscienza: grazie del tuo sorriso.

 

 

Post Scriptum

Per i lettori veloci su smartphone chiarisco, visto l’ambiguo inizio di questo contributo, che “Grazie amore mio infinito, grazie” non è riferito a Jovanotti.