Cervello in Tilt

Figlicidi

27 Febbraio 2018

Figlicidi

Io, i figlicidi e Nexus 7

di Stefano Michelini

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Collage di Benedetta Montini

 

 

Dedicato a Samuele e a tutti gli altri angeli

 

 

L’amore viscerale per i figli attraversa la vita di esseri umani fortunati. Io sono tra questi.

 

Attraverso i miei figli e i loro squarci prodotti in me, nel bene e nel male, è tracimato amore nelle sue varie forme: amore costruttivo, amore estetico, amore-amore, amore come spinta a essere sempre un uomo nuovo, amore-evoluzione, amore-libertà, ossia come lasciare andare i figli per la loro strada nel rispetto del loro arbitrio e infine amore come presenza costante.

 

Siccome niente accade per caso, nel 2005 l’università di Pisa m’incarica di partecipare, in qualità di Manager della Ricerca e della Didattica, a un bando europeo del valore di due milioni di euro, sul tema dell’affiliazione e dell’attaccamento.

 

Forte della mia predisposizione all’amore verso i figli, da me riconosciuto come unica vera forma di amore (opinione del tutto personale), accetto immediatamente l’incarico.

 

Per me sarebbe stato facile partire dalla mappatura del gene dell’ossitocina sul cromosoma umano n.3, di cui abbiamo parlato nel post I figlicidi compiuti da genitori presunti sani. Già da solo sarebbe stato un incipit centrato e decisivo per l’opinione della commissione europea. Io però ero stanco di Scienza, semmai volevo vincere di Amore supportato dalla Scienza. 

 

Costruisco così un team internazionale [vedi post scriptum] e il 5 dicembre a Bruxelles vado a presentare il nostro progetto per concorrere al bando. Ma contravvenendo a tutte le regole del bando stesso, che chiedeva di presentare lo stato dell’arte economico e strutturale del programma, mi presento con il caso di Annamaria Franzoni e tralascio completamente le tabelle in Excel.

 

 

Dentro di me sento troppo forte l’abominio di un omicidio di un essere inerme da parte di un presunto sano, quello che nei notiziari viene sempre descritto come un genitore fino a quell’istante perfetto. 

 

Davanti alla commissione europea sono molto emozionato ho il sangue che ribolle, come chi aspetta da una vita di parlare di fronte a un pubblico ultra specializzato di qualcosa che gli sta particolarmente a cuore. So però benissimo che cosa dovevo dire: raccontare il vero aspetto del figlicidio, ossia la storia dell’amore reciso da un gesto di un presunto sano.

 

Così apro la presentazione con una diapositiva (che oggi purtroppo non trovo più) raffigurante Bidoni della Raccolta Differenziata per bambini uccisi con diverse motivazioni: un bidone specifico per bimbi che piangono troppo, uno per gli scalmanati, uno per chi litiga troppo con i fratelli, uno per i bambini appiccicosi e high demanding. I membri della Comunità Europea guardano increduli.

 

Poi chiedo buio in sala e proseguo con le tracce audio (tradotte)  di due telefonate di Annamaria Franzoni: quella al 113 e quella con l'amica Anna in cui salta all’orecchio il clamoroso lapsus della Franzoni.

 

Finisco la mia relazione in cinque minuti, pur avendone quindici a disposizione come ogni nazione partecipante. Ringrazio e rientro in platea. 

La commissione, come era ovvio immaginare, mi contesta  la presentazione poiché priva dello stato dell’arte economico e strutturale del programma. 

Torno quindi sul palco e trasmetto, senza commentare, una dopo l’altra le  109 diapositive in Excel che avevo comunque preparato assieme ai meravigliosi colleghi italiani e stranieri aderenti al mio progetto Nexus 7. 

 

Come un fiume in piena, fornisco risposte alla Commissione: numeri, costi previsti, come avremmo impiegato le risorse. Ma mentre parlo con dati certi alla mano penso: ma dove sono i bambini morti? I Martelli o le mani che li hanno uccisi?

 

Concludo dicendo, congruo con il mio pensiero, che si può parlare in termini esclusivamente numerici come richiesto, ma solo su argomenti prettamente tecnici. Non sui figlicidi. 

 

Pensavo allora e penso ancora oggi che se l’Unione Europea ha intenzione di iniziare con numeri, anziché con casi veri, un dibattito su un Abramo qualsiasi a cui Dio non ha fermato il braccio, allora è fuori contesto. Anche perché i fattori economici e la struttura di un team sono sempre di default in un progetto europeo, ma quando si affrontano certi temi ritengo non sia necessario esporli come prima cosa. È invece determinante fare capire a tutti i presenti, e tramite loro ad altri, che sempre più di sovente accade quello che qualsiasi genitore pensa sia impossibile succeda: un essere incapace di difendersi soccombe al raptus di un genitore presunto sano. Serve far capire questo, che accade. 

Alla fine, però, il bando lo abbiamo vinto.

 

POST SCRIPTUM

Qui di seguito pubblichiamo in lingua originale (per permettere una lettura totalmente aderente a quella offerta alla commissione europea) le prime quattro pagine delle centonove relative al documento presentato il 5 dicembre 2015 a Bruxelles. Nei prossimi contributi inerenti al tema dei figlicidi pubblicheremo ulteriori pagine di Nexus 7, acronimo scelto in congruenza all’argomento e in onore a Blade Runner