Cervello in Tilt

Figlicidi

6 Marzo 2018

Figlicidi

Abramo e Nexus 7

di Stefano Michelini

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[ Stefano Michelini ]


Abramo e Isacco [Fotografia digitale di Alessandro Pieri]




Il meccanismo finale d’innesco omicida verso un figlio da parte di genitore presunto sano non è univoco. Molti fattori possono concorre al fatto che un Dio qualsiasi non fermi il braccio di quel genitore:

  1. Distinguere se veramente si tratti di un presunto sano o di uno o entrambi i genitori con disturbi psichiatrici conclamati non diagnosticati

  2. Marginalità Sociale ed Economica

  3. Sottocultura Ambientale

  4. Stress Personale Acuto o Cronico di uno o entrambi i genitori
  5. 
Famiglie numerose con persone anziane conviventi
  6. Famiglie con persone anziane conviventi malate

  7. Famiglie numerose

  8. Famiglie con altri figli portatori di handicap

  9. Famiglie con un solo figlio portatore di handicap

  10. Famiglie a Geometria Articolata conviventi o no

  11. Small Families


Da questo elenco, per congruità con la nostra piattaforma tratteremo soltanto il primo punto. 


 

Eppure era una così brava persona


Dalle interviste dei notiziari, fatte ai vicini di casa, sembra che l’omicida sia stato un uomo integerrimo che, nella incredulità più totale dei conoscenti, abbia perso completamente il controllo delle sue azioni. Quello che comunemente è chiamato raptus omicida. È infatti quasi impossibile che un figlicidio sia pianificato, a meno che l’intento primario non sia il suicidio e che il figlio o i figli rimangano coinvolti in quello che si chiama suicidio allargato. Il suicidio allargato spesso ha una dinamica più lenta di azione: prevede prima l’uccisione dei familiari e con una latenza maggiore il suicidio dell’assassino. Vedi cronaca recente del Carabiniere Luigi Capasso a Cisterna di Latina.

Molte malattie psichiatriche conclamate, soprattutto le depressioni anche medio gravi, non sono sempre evidenti. In particolare, quando appartengono al così detto spettro Bipolare possono essere ingannevoli, perché alternano periodi di socievolezza anche gioiosa a periodi più cupi che, dall’esterno, possono comporre il profilo di una persona equilibrata, soltanto un po’ lunatica. 
Questi disturbi sono invece vere malattie e pericolose se non curate, perché nel decorso clinico si possono verificare quelli che in gergo tecnico vengono chiamati Stati Misti, in cui sono presenti nello stesso momento la tristezza depressiva e la leggera euforia della fase contro-polare. Questa condizione determina sintomi quali irritabilità, aggressività e perdita del controllo, che possono portare al figlicidio, anche in circostanze fortuite, come il pianto prolungato di un bambino, soprattutto se neonato. 

Un caso di questo genere è descritto con grande accuratezza psichiatrica nel film “Second Chance” della regista danese Susanne Bier, che uccide il neonato scuotendolo la notte quando piangeva. 
Il film rappresenta il limite preciso tra malattia psichiatrica, appena visibile, e madre presunta sana, in quanto nessuno degli spettatori sospetterebbe della madre.

Il presunto sano, in presenza di alcuni o tutti i fattori nell’elenco precedente, uccide un figlio principalmente al culmine di un lungo periodo di impercettibili sintomi di malattie maggiori, che lo fanno apparire insospettabile.

 

Ansiosi e ossessivi compulsivi non sono a rischio


Dalla lista possiamo escludere generalmente tutte le categorie degli ansiosi, ma soprattutto quelli con sintomi appartenenti all’area del disturbo di attacchi di panico e del disturbo ossessivo compulsivo. 
Il primo, infatti, annovera tra le possibili manifestazioni, anche non espresse, l’ansia di separazione che impedisce od ostacola anche l’allontanarsi per poche ore dal coniuge o dal figlio. È quindi estremamente improbabile che un presunto sano, con profilo psicologico pauroso della propria ombra e della solitudine, trovi la forza per compiere un gesto che procura una separazione irreversibile.

L’altro caso da escludere è il presunto sano con sintomi minori, ma comunque invalidanti la qualità della vita, del disturbo ossessivo compulsivo. Molte persone che hanno un lavoro, che conducono una vita apparentemente normale, sono consumate dall’ossessione di fare del male ai propri figli o agli amici dei propri figli. Quasi mai invitano amici dei figli a casa per l’ossessione di procurare danno o ucciderli. 
Sono più spesso madri, in questo caso, che hanno timori a sfondo sessuale tipo impulso a infilare oggetti nella vagina o nell’ano dei bambini, propri o altrui; altri timori sono giustificati come il costringerli a un ordine formale di comportamento e di igiene troppo restrittivo. 
Queste madri sono ossessionate dal timore del fare male o di uccidere, ma statisticamente non esistono figlicidi da genitori con tratti ossessivi.

Questi tratti di panico e di ossessività escludono dai potenziali genitori assassini chiunque abbia altre patologie associate a questi tratti ansiosi, in quanto fungono da freno a qualsiasi atto violento se non per mera casualità (una spinta, uno scuotimento non intenzionalmente omicida).

 

Chi sono dunque i presunti sani pericolosi e imprevedibili, che possono arrivare a compiere questo gesto così contro natura?

Più spesso sono i depressi in stato misto, come prima descritto, in assenza di tratti ansiosi e con una percentuale di frustrazione esistenziale cronica molto alta, derivanti dall’infinta serie di eventi che possono frustrare un essere umano. Non è nemmeno il caso di stilare una lista, perché intorno a tutti noi, presunti sani o no, ci sono molti più motivi per essere frustrati che non.

Da qui si nota la differenza tra i figlicidi, femminicidi o gli omicidi in genere di origine non malavitosa. In questi ultimi casi si tratta spesso di morti annunciate da segnalazioni ignorate da amici, parenti, agenti della pubblica sicurezza. I figlicidi sono perpetrati a ciel sereno, improvvisamente. L’espressione anglosassone per descrivere questa situazione è tristemente ironica: “Out of the Blue”, fuori dall’azzurro del cielo, da dove piovono questi innocenti incapaci di difendersi.
Per approfondire questo argomento e trovare possibili contromisure, negli anni 2005-2006 avevo istituito una task force europea, denominata Nexus 7, di cui abbiamo già accennato in precedenti contributi. Nella figura sottostante, illustro il disegno generale dello studio, i Paesi partecipanti e la sua struttura. 

In prossimi contributi, in pillole descriveremo questo progetto. Non è in questo caso importante la traduzione, perché facilmente intuibile la portata, gli intenti e l’organizzazione capillare. Nella futura descrizione del progetto, invece, useremo la traduzione in italiano perché i presupposti che portano a un figlicidio non possono essere che esplicitati chiaramente.

 

COORDINATION ACTION (CA)

Project acronym: NEXUS 7

Project full title: Human Self Perception: Attachment, Aggression and Empathy

Date of preparation: 14 February, 2006

Duration of support: 36 months

Name of coordinating person: Dr. MICHELINI Stefano, MD

Coordinator e-mail:  michelini@farm.unipi.it

Coordinator fax: +39-050-2219609

 

List of participants

 

 

Proposal Summary Page

 

Human Self Perception: Attachment, Aggression and Empathy

 

NEXUS 7

 

 

Activity code addressed:  NEST-2005-Path-HUM 

Strategic area addressed: What it means to be human 

Proposal abstract 

Evidence that a person’s attachment style relates to their aggression and pro-social behaviour is limited by the fact that work on these behavioural systems is spread across diverse disciplines (e.g., genetics, endocrinology, psychology, sociology). The NEXUS 7 project aims to co-ordinate and integrate European research on attachment, aggression and pro-social behaviour, highlighting unique human cognitive abilities central to these processes.

Experts from 16 countries will: develop a unifying vision of biological and social-behavioural influences on attachment, aggression and pro-social behaviour and their consequences; conceptualise attachment-related behaviour in terms of brain development, hormonal responses and environmental influences on gene expression and behaviour at the individual, close relationship and group/societal level; define how secure attachment can foster pro-social behaviour; analyse European crime data on overt aggression; explore the interface of computational neurosciences and human behavioural systems.

To achieve these goals, the following will occur: multidisciplinary workshops (annually), focus meetings (quarterly), and European Master School in Human Social Behavioural Systems (annually); creation of common databases, exchange platforms, web forum, and publication of joint papers/books. Special emphasis will be given to targeted dissemination to increase public awareness.

Foreseen benefits of the NEXUS 7 project include: enhanced knowledge on attachment, aggression and pro-social behaviour with respect to normal and pathological functioning; development of attachment-based programmes fostering positive intergroup relations; enhanced understanding of attachment-related psychiatric disorders (e.g., Separation Anxiety); identify new avenues of research on human behavioural systems; establish guidelines for intervention aiming at promoting secure attachment; establish new IT based communication tools to promote healthy attachment.