Cervello in Tilt

Relazioni Complicate

6 Dicembre 2017

Relazioni Complicate

Regalo amanti

di Stefano Michelini

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Questo argomento  è spesso causa di ilarità da parte di chi assiste al disagio di chi è coinvolto in questo problema. Particolarmente in Italia, ma anche nel resto del mondo. 

Per quanto possa sembrare grottesca, questa situazione specifica, sopratutto durante le feste natalizie, genera un problema ulteriore a chi vive già con stress un rapporto sentimentale / sessuale plurimo.

Il primo punto di discussione è la monogamia o la poligamia, perché che sia Natale o Pasqua cambia poco, se non nella tradizione, che prevede un regalo natalizio a chi si ama, di prassi.

Nel periodo triennale trascorso presso N.I.H., principale ente governativo  americano, preposto alla ricerca sulla salute dell’uomo, ho condotto una ricerca sulla componente genetica o ambientale sul tipo di relazione sentimentale tipica. Questa ricerca ha prodotto come risultato la localizzazione cromosomica del gene che produce l’ossitocina, un neurotrasmettitore che presiede a tutte le funzioni riproduttive, a cominciare dalla scelta del partner, per finire a promuovere la contrazione uterina durante il parto, il dimenticare il dolore del parto e promuovere la lattazione.

In alcuni roditori infatti, si era visto che la monogamia e il tipo di affiliazione erano opposti, nonostante l’appartenenza alla stessa famiglia di roditori. L’unica differenza riscontrata nell’analisi istologica comparata delle due sottopecie, riguardava la quantità e la distribuzione dell’ossitocina nel cervello. 

Questa evidenza sancì il fatto che la componente genetica nel determinare la tendenza ad avere un solo o più partner durante la vita, era inequivocabile.

Quindi, se per Natale un uomo o una donna vanno in ansia per i regali multipli, la colpa è del cromosoma n. 3 e indirettamente mia, che l’ho scoperto, come testimonia l'articolo pubblicato sulla rivista americana Human Genetics.

 

Chiarita l’origine genetica della tendenza alla poligamia, l’ambiente eserciterà  la sua azione modulante la forza del gene fedifrago, e il comportamento dell’uomo in quest’ambito esistenziale avrà una varietà molto alta.

Per semplicità quindi poniamo tre possibili situazioni:

  1. Coppia monogama: nessun problema, nemmeno a Natale
  2. Coppia poligama unilaterale: problematiche potenziali di conduzione familiare e sicure a Natale, per la scelta dei doni e per qualsiasi evento simile
  3. Coppia poligama bilaterale: problematiche quasi certe di conduzione familiare e sicure a Natale per la scelta dei doni e per qualsiasi evento simile

 

Nel racconto mediato dei miei pazienti, l’ansia dei regali natalizi e di come trascorrere l’ultimo dell’anno inizia a metà novembre. Oltre alle problematiche sopra dette, spesso si aggiungono quando scambiarsi il regalo il 24, perché il 23 è giudicato troppo comodo, quanto stare insieme in termini di tempo e, cosa più impegnativa, dormire insieme o, gravissimo, la richiesta di una breve vacanza insieme.

Questo caos determina frustrazione, qualità della vita pessima in relazione alla sostanza del problema e infelicità garantita per tutti, nel giorno della felicità per antonomasia e per tradizione. Nessuno di noi si dimentica il fremito dell’attesa dei doni sotto l’albero, Babbo Natale, l’essere buoni, fare buoni propositi, il presepe. Queste sono memorie indelebili anche se abbiamo sessant’anni e vanno inconsapevolmente a contrastare ogni azione non in linea con un corretto agire. Questo è causa di profondo disagio e di una transizione festiva inquieta.

Esiste anche un’altra prospettiva inquietante: la nostra natura poligama è stabile? A chi facciamo il regalo del nostro amore? Alla persona che non sospetta una relazione o alla persona con cui siamo in relazione clandestina? Chi amiamo veramente al di là del regalo? E perché? Chi porta un valore aggiunto alla nostra vita? Qual’è il limite tra il tenere una posizione sociale accettata e le decisioni che il nostro cervello prenderebbe? Quanta importanza ha l'eventuale presenza di figli nel determinare cambiamenti strutturali del rapporto?

 

L’approccio italiano è in genere quello della sogliola sotto la sabbia, perché è quello, che nel breve, garantisce uno pseudo equilibrio più rapido. Questo atteggiamento è altamente immaturo, ma fa le fortune dei produttori dei film cine-panettoni che ripresentano, enfatizzata, una situazione di fatto. Non solo, ma mettono in risalto anche un’altra opportunità, quella della vacanza insieme alla coppia, di cui un membro è in relazione clandestina.

 

L’atteggiamento psicologico giusto da adottare in questi casi si basa su una facoltà molto importante del nostro cervello, denominata dagli psicologi “La competenza del No”, cioè la capacità ferma di dire NO a qualsiasi situazione che non rifletta interamente il nostro stato d’animo. 

 

Nell’ottica della sopravvivenza della specie, la poligamia è certo più garantista, spinta dagli ormoni e dalla valenza del tono dell’umore. Anche in questo caso, se è assicurata la dignità di una scelta propria e non indotta dall’insistenza dell’altra persona. Nessuno si deve piegare ad un compromesso, a meno che il compromesso non sia una scelta condivisa. 

Se, per quella sera, per quel regalo, per quei giorni è un NO, non vuol dire non amarsi, vuol dire semplicemente che date le circostanze è meglio un NO consapevole che un Sì abbarbicato sui vetri insaponati dell’incertezza.

 

Con questo atteggiamento cognitivo, almeno uno dei due mantiene la dignità di salvaguardare se stesso. All’altro rimane da riflettere sul futuro.