Cervello in Tilt

Relazioni Complicate

17 Aprile 2018

Relazioni Complicate

Monologo sulla diffidenza

di Giulia Marchi

‹ INDIETRO

La vita ti ha fregato.

 

No, tu ti sei fatta fregare dalla vita.

 

Quante delusioni ci sono state, ne hai la casa piena. Una collezione degna di esposizione al Moma.

 

No, il Moma è simbolo di avanguardia, non di mercatino dell’antiquariato. La diffidenza è roba da vecchio magazzino dell’umanità.

 

Gente in cravatta, facce pulite, amici di sangue, persone che alla prima occasione poi ti hanno voltato le spalle.

 

No, non le hai riconosciute prima. Il problema è tuo. Sei una Presunta Sana. Hai le maglie della rete della selezione umana troppo larghe. Fai entrare troppe persone e tra queste, ci sono quelle che ti voltano le spalle. Sei nata  anche con una predisposizione alla diffidenza dentro, nel DNA, che si è accresciuta con stratificazioni successive dettate dall’esperienza, come le perle. Non c’è una colpa, ma una nascita difettosa con il cervello strutturato ad essere fregato e quindi a reagire con la diffidenza a banda larga.

 

Ora sono infelice e insicura. Sola non sono.

 

Ci credo, ma è un problema tuo. Se prendi coscienza dell’origine scientifica dell’essere fregati facilmente e del languore fisso della diffidenza sviluppato per difenderti, tutto questo sparirà. Altrimenti rimani sulla tua macchina e viaggi con il freno a mano tirato; non potrai più godere a pieno della vita e delle persone che incontrerai. Anche di quelle rarissime belle persone che potresti incontrare. Non ti fiderai più di nessuno, rimarrai vittima della tua diffidenza, perderai anche quel treno che stavi aspettando da sempre; sfrecceranno di fronte a te quei bei Freccia Rossa Executive, e rimarrai ferma sul marciapiede del binario.

 

Sempre quel tarlo, quella vocina. Inizio un nuovo percorso molto bello, ma  dentro di me si insinua, velenoso, il dubbio, la diffidenza; mi chiedo dove sarà la fregatura, quale altra delusione dovrò prendere.

 

Di nuovo l’adrenalina mi  farà girare a mille giri e poi di nuovo inciamperò nel solito brutto inganno, facendomi del male.

 

Non mi devo fidare.

 

Non lo devo fare ancora,

 

Deluderò di nuovo tutti, li trascinerò tutti con me nel mio ennesimo progetto sbagliato, Sarà l’ennesimo squarcio.

 

No, questa volta andremo in fondo alle radici della diffidenza. Con un laser distruggeremo la sua struttura e presto ne sarai, ne saremo, ne saranno fuori tutti. Due dita in gola fino a vomitarla tutta e ricostruzione mentale. Via la zavorra della diffidenza. Ecologia mentale. Altrimenti questo progetto in cui ti stai impegnando non avrà avuto senso. Tanto vale continuare a fare caffè.