Cervello in Tilt

Relazioni Complicate

21 Febbraio 2018

Relazioni Complicate

Invidia Onnivora Atto II

di Stefano Michelini

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Leonardo Castellucci recita “Mi rende felice fino all’odio”, una sua personale interpretazione di Antonio Salieri in preda ad una crisi furiosa di invidia verso Mozart. Un’invidia in bilico tra amore e odio, tra idolatria e acida frustrazione.

 




salieri


La Scienza e L’Invidia

L’Invidia deriva principalmente da un’incompleta consapevolezza del proprio valore nei confronti dell’invidiato. Salieri è cognitivamente consapevole della genialità di Mozart e della sua normale attitudine, ma non lo è emotivamente. Questa scissione crea un dolore insopportabile in Salieri, che non avrebbe mai sofferto se avesse metabolizzato e accettato serenamente la realtà dei fatti. Chi ha giocato con Maradona o Baggio non può essere stato invidioso di loro; i calciatori hanno scarsa componente cognitiva, sono per lo più animali cerebellari, cioè hanno più sviluppato il coordinamento psico-motorio rispetto al ragionamento. Se così non fosse sarebbero stati invidiosi di Maradona e Baggio. Invece hanno rispettato le gerarchie e si sono adeguati a una differenza così evidente nella capacità di gioco, che ha fruttato loro prestigio e guadagni.

A livello di istanze psicologiche, il non riconoscere emotivamente la superiorità di uno dei pari crea principalmente dolore. Un dolore insopportabile, che deriva da tre componenti:

  • ansia
  • umore
  • collegamento di queste istanze con il ragionamento.


L’ansia di protagonismo accumulata, l’umore depresso per il continuo stato di sudditanza e la frustrazione derivata dal confronto, s’intrecciano nel ruminare costante di un senso di inferiorità inestinguibile.

Da qui si arriva al dolore di fronte al quale l’invidioso può reagire in vario modo. Salieri, ricoverato in un manicomio, arriva a provare un senso di colpa delirante che lo porta a credere, fermamente, di avere in qualche modo provocato la morte di Mozart.

Altre reazioni al dolore dell’invidia saranno oggetto di prossimi contributi, basati sulla ricerca The Painful Duality of Envy, pubblicata il 29 gennaio 2018 sul Journal of Personality and Social Psychology.