Cervello in Tilt

Relazioni Complicate

30 Agosto 2017

Relazioni Complicate

Impulsivita’ / Autocontrollo

di Stefano Michelini

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Centrare un qualsiasi obiettivo dipende dal rapporto tra qualità e velocità della nostra reazione ad un evento. Essere molto qualitativi nella valutazione aumenta le possibilità di successo, ma può richiedere troppo tempo. Essere molto veloci significa ponderare meno e incrementare la percentuale di errore. Nella nostra vita ci troviamo continuamente di fronte a scelte: per alcune, il nostro cervello, ha trovato nel tempo il giusto equilibrio tra analisi e velocità di azione e ormai le attua in modo automatico con una possibilità minima di errore.
Per scelte nuove o reazioni improvvise che non concedono molto tempo, l’impulsività e l’autocontrollo devono invece essere improvvisati dal cervello. Si nasce più impulsivi o più riflessivi e su questo c’è poco da fare. Molto si può fare, lavorando psicologicamente sulla propria impulsività se eccessiva e sul proprio autocontrollo se determina lentezza. Le moderne tecniche psicologiche, applicate con la precisione e la continuità che il metodo
 richiede, modificano molto il nostro modo di reagire ad un evento o a una serie di eventi consecutivi. Un esempio limite, ma chiarificatore ci viene fornito da sport che richiedono la massima precisione in un tempo ridotto (es. arbitraggio, tiro con l’arco, sport in cui si spara). Un impulso eccessivo determina un errore. Un autocontrollo eccessivo determina dubbio, lentezza e secondi pensieri.
Il cervello, puro come nascita, o allenato psicologicamente alla gestione del principio di azione / reazione, presiede tutto questo attraverso la creazione dinamica di circuiti neurochimici sempre meno approssimativi. Importante è sapere che anche il cervello è influenzato dalle condizioni generali del nostro organismo: stanchezza, stress, malattie di ogni genere, inducono di più a gesti impulsivi perché il cervello non può fare a meno di liberarsi di un nuovo problema improvviso, per provare un sollievo istantaneo che poi si rivela un errore.
Un temperamento ossessivo dominato da rituali di controllo tende invece a procrastinare fino all’ultimo secondo la decisione, che perde la freschezza dell’intuizione che spesso fa la differenza. Le statistiche psicologiche comportamentali dimostrano che l’impulsività determina più errori rispetto ad un autocontrollo eccessivo. Per cui un percorso psicologico mirato al rallentamento dei processi decisionali e alla maggiore resistenza psicologica all’agire piuttosto che al pensare, può determinare un netto cambiamento di attitudine di reazione.
Nelle relazioni interpersonali, amicali o sentimentali, il nostro equilibrio psicologico determina la positività o la conflittualità del rapporto. I riflessi negativi di una impulsività si riflettono nell’incapacità di ascoltare l’altro, nella prevaricazione della comunicazione, nella perdita di controllo della mimica meta verbale che indirizza la discussione verso l’inutilità. Con il tempo, se non si interviene, questo modo di relazionarsi diventa standard, e la relazione finisce con il deteriorarsi e non avere più modo di ridefinire un assetto costruttivo, con le ripercussioni che si possono immaginare. Questo apparentemente semplice modello di funzione cerebrale determina la qualità
della nostra vita, dentro al bersaglio o sempre più lontani. Una prevenzione semplice sarebbe l’utilizzo screening psicologico fatto alle scuole elementari e ripetuto nei cicli scolastici e lavorativi; strumenti psicologici di questo tipo individuerebbero immediatamente i gruppi estremi degli impulsivi e dei procrastinatori, con la possibilità di avere una vita completamente diversa.