Cervello in Tilt

Relazioni Complicate

30 Giugno 2018

Relazioni Complicate

Don't cry for me Argentina

di Stefano Michelini

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Sono stata serena per quasi tutto il primo tempo.
Vedevo le mie maglie blu difendermi bene.
Il pericolo come se non esistesse. 
Io ero la barriera vergine della Francia. 
Mancavano pochi minuti alla fine del primo tempo, e poi lo sarei stata per l’Argentina.
Per me, fredda rete russa di una porta da calcio, un’emozione.
Poi ho visto gli occhi di Di Maria puntarmi dritto come un cecchino, ma non l’ho temuto. 
Mi sono sentita sempre più fredda, come davanti ad ogni uomo. 
Non voglio e non volevo essere toccata, da niente e da nessuno. Di Maria ha continuato a guardarmi prima di caricare la sua parabola, da tempo pronta nella sua mente. 
È stata una questione di pochi secondi.
Ho sentito qualcosa di caldo avvolgermi. Ero appena stata violata.
Non ho provato dolore fisico. Solo vergogna per quel liquido denso che gocciolava lungo le mie maglie.

I tifosi dell’Argentina hanno celebrato la mia umiliazione, pur sapendo che, tra poco, sarei stata IO, la loro donna da proteggere in ogni modo possibile. Quella che tutti i francesi vorranno violare. 
Non so come finirà. 
È cominciato il secondo tempo e non voglio essere toccata mai più. 
So come è finita. Mi hanno violata ancora. 
In quarantacinque minuti, sono entrati dentro di me altre tre volte, in tutti i modi. 
Il mio destino: essere violata indipendentemente dal proprio volere. 
Come una donna presa in un vicolo buio dal branco.
Il nostro, un destino da Arancia Meccanica. 
Don’t cry for me Argentina.