Cervello in Tilt

Problema Cibo

5 Settembre 2017

Problema Cibo

Obesità

di Stefano Michelini

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L’Obesità è una malattia che comporta sempre altre malattie, soprattutto metaboliche e cardiovascolari. Quando non è causata da patologie ormonali è quasi sempre conseguenza di una iperalimentazione, che può essere continua o intermittente. Il binge eating disorder (BED) è il disturbo alimentare che molto frequentemente conduce all’obesità. E’ caratterizzato dall’assunzione di grandi quantità di cibo durante il giorno (anche di porzioni normali), senza che il paziente ne sia consapevole. Esempio classico è la casalinga che spizzica piccole porzioni di cibo per tutto il giorno. A differenza della bulimia nervosa, il senso di colpa è molto minore o assente, non ci sono condotte compensatorie come vomito auto-indotto, uso di lassativi e l’assenza di esperienza di perdita di controllo è minore.
L’obesità è una patologia cronica dovuta a uno squilibrio fra introito calorico e spesa energetica e nel 90% dei casi è associata ad iperalimentazione da BED come descritto o da un semplice gusto di cibarsi continuamente. Una indagine anamnestica rivela molto spesso che l’obesità non dovuta a patologia endocrina fa pensare ad un BED precedente sotto soglia non individuato, come spesso accade in psichiatria. I disturbi dell’alimentazione e l’obesità, quando coesistono, tendono a interagire negativamente tra loro e a rendere più difficile il trattamento. I centri che si occupano dell’obesità dovrebbero sempre garantire un servizio di consulenza psichiatrico specifico per l’identificazione dei casi in cui è presente un solo disturbo dell’alimentazione o un altro disturbo psichiatrico che possa interferire con il trattamento dell’obesità.
Nel caso di grave obesità, quando si rende la necessità di chirurgia barbarica, la diagnosi pre-operatoria di BED ha un valore predittivo negativo sugli esiti dell’eventuale bendaggio gastrico e del by-pass gastrico, ma non tale da escludere l’utilizzo di questi interventi. È necessario seguire i pazienti operati molto a lungo nel tempo dal punto di vista psicologico sia per una riabilitazione alimentare sia per intervenire precocemente su altri disturbi psichici intercorrenti. Allineandosi alle linee guida su ogni disturbo della condotta alimentare è sempre indicato un trattamento da parte di un’equipe multidisciplinare che comprenda specialisti con competenze specifiche per affrontare tutte le condizioni le condizioni cliniche sia singolarmente, sia in comorbilità, possibilmente integrati in una rete assistenziale che offra vari livelli di cura.
Gli studi scientifici più autorevoli dimostrano comunque che i due disturbi (BED e obesità) sono di origine diversa per:

  • Situazioni ricorrenti di iperalimentazione, perpetrate oltre il desiderio di mangiare
  • L’alimentazione non è indotta dalla fame
  • Sensazioni di benessere dopo l’abbuffata
  • Continuare a mangiare per assenza di sensazione di stomaco pieno
  • Desiderio incontrollato del cibo
  • Controllo limitato sulla quantità di cibo e le modalità di assunzione
  • Ripetuti insuccessi di ridurre questo comportamento alimentare
  • Continuare nell’abitudine alimentare nonostante la comparsa di problemi collaterali che vanno dall’estetica alle conseguenze patologiche dell’obesità
  • Astinenza psicologica da cibo
  • Bassa soglia di stress che induce ad un compensatorio consumo di cibo
  • Labilità emotiva
  • Impulsività
  • Coesistenza elevata con disturbi dell’umore

La combinazione di un ambiente obesogenico (che induce a uno stile di vita sedentario e al tempo stesso offre stimoli ripetuti al consumo di alimenti) con un contesto culturale fortemente influenzato dall’industria della dieta e della moda (che idealizza la magrezza e disprezza l’eccesso di peso) può favorire lo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione in ogni direzione, ma non generarla se non esiste una predisposizione genetica. L’industria della dieta e della cosmetica sono fortemente implicate nel promettere risultati miracolosi in breve tempo sul peso e sulla qualità della cute.
Dal punto di vista sociale, i pazienti obesi, oltre che essere gravati da mancate diagnosi che le hanno portate al sovrappeso, sono spesso stigmatizzate come poco attraenti, incapaci di controllarsi, pigre, golose e che non riusciranno mai a sottostare ad un regime alimentare fisiologico. Per queste considerazioni si rende necessario fino dall’inizio un supporto psicologico costante al paziente obeso, che consenta il riconoscimento delle cause della condizione, il come affrontare il problema e come mantenere il peso dopo la terapia.