Pet Therapy

A seguito della mia nota passione per tutto ciò che scodinzoli e abbia il pelo, mi trovo spesso a interagire con più persone che possiedono animali.
Mi catapulto sul cane, lo accarezzo (sempre chiedendo il permesso al padrone ovviamente) e inizio con la mia raffica di domande tipo: Quanti anni ha? Che razza è? Come si chiama? E poi…. Mamma mia quanto è bello, è un amore, ma è simpaticissimo e così via… e lo penso davvero, perché tutti i cani sono bellissimi. Anche se fosse solo per un piccolo particolare.
Ecco, in una di queste occasioni, accaduta pochissimi giorni fa, mi imbatto in un bellissimo Labrador nero.
Era al guinzaglio con il suo padrone, un uomo adulto sulla sessantina, che mi pareva andasse più che fiero di quel bestione di almeno 30 kg di vivacità.
Incuriosita e attratta dal cucciolone, che mi pareva indossasse una di quelle pettorine solite dei cani da salvataggio, mi avvicino, inizialmente in maniera timida, al signore e inizio pian piano con la mia raffica di domande, scoprendo, durante la conversazione, che quello era un cane addestrato per i malati di diabete (tipo1, insulino-dipendenti).
Mi ha parlato di Lucky come il salvavita di sua figlia. Mi ha spiegato che nel caso di alterazioni glicemiche, attraverso il suo spiccato olfatto, percepisce il cambiamento dell’odore nella saliva e nel sudore e non esita a mandare segnali, allertando lei e la famiglia.
La presenza di Lucky è fondamentale soprattutto la notte quando è più probabile si verifichino crisi ipoglicemiche nel sonno, inducendola al coma senza che se ne accorga.
Ero a conoscenza dell’esistenza di queste sentinelle con la coda addestrate per monitorare su persone affette da diabete, ma non mi ero mai documentata in maniera approfondita.
Ciò che ho capito dalle mie varie ricerche è che questi cani rappresentano una vera certezza per i malati e per i loro familiari, che si sentono, di riflesso, più tranquilli e meno stressati da quelli che sono i pericoli che questa malattia comporta.
Aumentano la loro qualità della vita, non sostituendosi ovviamente alla medicina tradizionale, ma forniscono un’informazione in più sul loro stato di salute, che potrebbe rivelarsi fondamentale per la loro vita.
Non da sottovalutare ovviamente il lato affettivo che si instaura tra malato e animale, che offre sempre quel qualcosa in più che rende più leggera e spensierata la quotidianità, soprattutto in questi casi.
Io e i cani, una cosa sola.