Cervello in Tilt

Nuova Adolescenza

20 Marzo 2018

Nuova Adolescenza

Stato di indeterminazione

di Stefano Michelini

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[ INSIDER ANONIMA ANNI 22 ]

Benedetta Montini Art

 

PROLOGO

Una straordinaria giovane adulta, bellissima, di valore intellettivo assoluto, presunta sana, consapevole della propria condizione di indeterminazione  giovanile attuale, che però ha fatto scelte sempre giuste al momento giusto, senza saperlo

 

Rappresenterebbe un’icona ideale per Sofia Coppola. 

 

E’ bello per me pensare che sarà felice e che troverà la sua felicità concreta come una sorpresa sotto l’albero di Natale, dopo averci lavorato alla sua maniera, senza saperlo.

 

STATO DI INDETERMINAZIONE

Oggi ho paura… l'istinto mi direbbe di correre e piangere, mi direbbe di smettere di pensare, come se fosse possibile farlo. 

 

Sicuramente saranno i soliti discorsi "troppo generali”, che mi chiederai di specificare…quindi è meglio partire con un esempio.

 

In questo periodo sto pensando ad un ipotetico bambino che potrei avere in futuro. Mi immagino la facilità nell'accudirlo, crescerlo e sostenerlo in ogni cosa. Mi immagino le mani, i piedi, i capelli sicuramente ricci, il sorriso. M'immagino la scuola, l'entusiasmo, i compagni di classe. Sarebbe bellissimo. 

 

Ma io non sono come le altre mamme. 

Io posso capire, ascoltare, so prepararti al peggio in qualsiasi situazione, perché in una qualche maniera tutto può andare sempre peggio, sempre peggio, sempre peggio.

 

Penso a come potrebbe sentirsi lui se io venissi a mancare, perché so come potrei stare io se morisse mia mamma. E mi chiedo se magari fosse possibile non fargli provare tutto quello che provo io, se fossi capace di tenerglielo nascosto, ma a quel punto sarei una pessima madre, una bugiarda.

 

È un circolo che si conclude sempre alla solita maniera: "meglio che tu non faccia figli". 

Rinunci alla volontà dell'istinto e cerchi di passare sopra le cose, non affrontandole. 

Non sei egoista (oppure si?), non lo metti al mondo per il suo bene (?).

 

Ma a cosa porta il "non affrontare le cose"? 

Frustrazione, repressione…

 

In una qualche maniera dovrai sfogarti prima o poi... ho paura di questo. Ho paura di quello che può succedere poi. 

Tutto può andare sempre peggio, sempre peggio.

 

Mi vergogno un sacco a parlare di queste cose, mi sembrano irreali e sempre più stupide tutte le volte che le rileggo.

 

Sono diverse notti che mi sveglio e sono convinta di essere  nella mia vecchia camera, a casa dei miei genitori. 

Mi guardo intorno e penso "oh no, di nuovo". 

 

Forse sto seriamente impazzendo.

 

Sarò mai in grado di fare qualcosa di specifico? 

 

Perché non posso avere un lavoro normale, che mi permetta di vivere con uno stipendio normale come fanno tutti? 

 

Perché non posso essere come quelli che lavorano per vivere ma soprattutto vivono per lavorare…? 

 

Mi sembra che giorno dopo giorno le cose siano sempre più difficili, e mi sembra che sempre meno persone riescano a capirlo…mi odio. Mi odio perché non riesco a pensare diversamente da come penso, perché non riesco a mettere l'anima nelle cose, perché non so difendermi e non riesco a riconoscermi in niente. 

 

Scriverti questa email é più difficile di quanto pensassi: devo riuscire ad essere veloce e coincisa.

La mia poca esperienza lavorativa (in una gelateria) mi ha fatto venire a contatto con ragazze poco più grandi di me che forse ritenendomi "la più piccola" avevano degli atteggiamenti che mi terrorizzavano. 

 

Dal canto suo, LUI mi consigliava di mandarle a quel paese e di rispondere a forza di testate nel naso,  ma io non sarei mai in grado di fare cose del genere. 

 

Ancora mi sogno una certa E che mi sgrida per motivi inutili. 

E mi sveglio la mattina pensando di non riuscire a tenere testa  ad una scema del suo calibro. 

 

É successo che mi sia sognata anche il fatto opposto, cioè che fossi io a sgridare lei, e mi sono svegliata molto più tranquilla, anche se con quel senso di colpa latente che mi fa stare male.

 

Riportando questa cosa alla vita di tutti i giorni, io non posso essere una persona arrogante, non voglio né comandare né ricevere comandi (insicurezza?), ma allo stesso tempo mi chiedo come sia possibile che io non riesca a reagire alle provocazioni di una persona, la cui maggior aspirazione é uscire il venerdì sera e ubriacarsi fino a non riuscire più a stare in piedi, con le sue amiche deficienti, e soprattutto con due figli a casa che l'aspettano e il marito a lavorare. 

 

Avrei veramente voglia di andare da lei o da qualsiasi altra collega che mi ha fatto delle parti spropositate (probabilmente senza ricordare che lavorano in una gelateria e non salvano vite) e vorrei riuscire a farli stare male come hanno fatto stare me. 

 

Li odio. 

Ma resto sempre la solita pecorina bastonata che non riesce a rispondere e o a reagire. E in questo senso avrei bisogno di saper essere più arrogante, avrei bisogno di arrabbiarmi. 

 

E se mi dovessi trovare sempre così? 

 

Come posso sperare di riuscire in qualsiasi cosa  non riuscendo a difendere me stessa?