Cervello in Tilt

Nuova Adolescenza

21 Giugno 2018

Nuova Adolescenza

Sono giorni intensi

di Insider Anonimo

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Il pensiero dominante riguarda la decisione sul come muovermi nel prossimo futuro. 

 

Si tratta di riuscire a sfruttare la mia forza interiore, di trarre il massimo vantaggio da me stesso.

 

Comincio ad aggredire questo problema con costanza da pochi giorni e sono ancora un "navigatore di piccolo cabotaggio" che si crede rovinato appena perde di vista la terra, in preda ad una vertigine dello spazio vuoto.

 

Vivo questo con tensione.

 

Questa agorafobia morale che scaturisce dal non avere in testa un programma preciso è da eliminare: sono convinto che in passato ho commesso molti errori per non essere stato in grado di reggere psichicamente un vuoto.

 

A volte mi succede di vedere l'aspetto positivo di questo periodo che vivo: c'è una grande calma e pienezza di affetti: si gode del bene che ci unisce e degli agi economici con semplicità di una fetta di pane, burro e acciughe.

 

Il matrimonio ha riequilibrato alcuni rapporti ormai inadeguati.

Accanto a questa tranquillità c'è in me la consapevolezza di aver regalato ai miei genitori una bella laurea che mi eleva di grado ai loro occhi e che anche a me è servita come prova di forza.

 

Non vivo amicizie vere, profonde. Non mi interessano.

 

Su questo sfondo, la ricerca di realizzarmi in un lavoro che non disperda, ma aumenti le mie energie mi appare come una grande opportunità in più che mi è concessa e che in parte mi sono guadagnato.

 

Non mi deve fare paura questa transitoria mancanza di terreno sotto i piedi: devo riuscire a considerare un privilegio il fatto che possa ricercare il meglio da me stesso.

 

Cos'è che mi mette paura?

 

La prima cosa che mi viene in mente è l'aspettativa dei miei genitori. Che palle.

 

La mia immaturità, la mia debolezza di pensiero e quindi di azione coincide con questa quota di coscienza non mia che ho dentro.

 

Ma questa volta è in ballo qualcosa di troppo importante; questa interferenza agisce anche in modo più subdolo: non solo indurrebbe una scelta diversa dalla mia, ma crea l'esigenza emotiva di un risultato immediato.

 

Spesso nei miei sogni mi vedo famoso scrittore in modo da offrire subito una prova della validità delle mie scelte.

Oppure sogno di inventare un farmaco che cura la schizofrenia, di vendere la scoperta dopo aver pubblicamente reso noto il fatto anche a nome mio, per poi  ritirarmi subito a vita privata, ai miei interessi umanistici.

 

Voglio levarmi questi freni e riuscire a studiare ciò che voglio.

 

Per ora mi interessa solo l'uomo: quello che pensa, come si è evoluto psichicamente, i vari aspetti della ragione, le sue contraddizioni, le sue opere, le sue paure, il suo senso recondito, il suo amore.

 

Quando mi dedico a questo mi accresco e sono gioioso; il resto mi è inutile; voglio ridurre questo resto a zero.