Nuova Adolescenza
PREMESSA
“La risposta giusta è generalmente quella più argomentata” dice il mio professore.
Non so. Rifletto.
Il mio professore ha ragione se la risposta giusta è stata argomentata da persone in grado di argomentare. Altrimenti, se su venti persone, solo uno ha una risposta oggettivamente logica, la risposta giusta è quella meglio argomentata, non la più argomentata.
SVILUPPO
Nel mio microcosmo, esistono quelli che apparentemente ci sembrano i più giusti e attraenti, perché esprimono la loro opinione, esponendosi in modo forte e carismatico, sparando le loro ipotesi in faccia agli interlocutori di turno; per me, il loro modo di fare è solo offensivo. Gli altri, non sono ritenuti interlocutori, ma solo i più deboli degli interlocutori. Hanno sempre bisogno dell’approvazione di chi li circonda. Sono l’essenza dei più “argomentati” in modo positivo.
Da quando leggo i contenuti relazionali di Cervello In Tilt, mi rendo conto quanto il termine di Presunti Sani sia corretto, perché la loro voglia di esprimersi in termini di aggressività, è considerato facente parte del loro carattere forte e autorevole.
In realtà, mi sembra essere tutto un processo di sofferenza repressa e non decifrata, che si è stratificata e intrecciata dentro di loro sempre di più.
CONCLUSIONI
Per migliorare le nostre relazioni adolescenziali, nelle aule scolastiche o nei gruppi di amici, devo acquisire una capacità di giudizio basato su alcuni dati certi, anche pochissimi, piuttosto che rimanere dentro la nuvola dell’incertezza carismatica.
L’incertezza a cui mi riferisco è considerare un interlocutore come un elemento fisso nel tempo, che sarà sempre così: un bullo che fa il bullo e che, anche in una semplice discussione, tenderà sempre a prevaricare, anziché a chiarire un argomento. Potrà cambiare soltanto se qualcuno riuscirà ad entrare in lui o lei, portando chiarezza nel perché il loro comportamento è costantemente unilaterale e ostile.
Non posso certo farlo io, senza strumenti tecnici a disposizione. Gli insegnanti dovrebbero, anche solo sulla base della loro esperienza, essere in grado di decifrare il loro agire in numeri primi e intervenire.
Credo che, lasciati a se stessi, il loro disagio nel tempo tende a cementarsi e configurarsi come individui intellettualmente e relazionalmente inutili. Se non addirittura pericolosi in un futuro.
Io voglio i miei codici.
Voglio sapere come modificarli se sono portatori di pesantezza.
Voglio la base di me stessa.
Io, come essere puro, capace di scelte pure.
La mia eventuale risposta, deve essere la più logica, senza necessariamente essere la più argomentata.