Cervello in Tilt

Manuale delle Giovani marmotte

11 Giugno 2018

Manuale delle Giovani marmotte

Ora

di Stefano Michelini

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Ora, oltre ad essere esattamente Ora, è anche tutto quello che ci ha portato qui. 

 

Uno dei nostri mantra è che l’imprevisto ha bisogno di una lunga  fase di preparazione.

 

Premesso questo, inizia, per Presunti Sani, una fase che lo psicologo J. Piaget definirebbe di Accomodamento, che segue ad una fase di Assimilazione di dati sul funzionamento del cervello.

 

Se riguardiamo tutti i post, molta assimilazione è stata fatta.

 

Senza questa fase di Accomodamento, molti dei nostri semi lanciati in cielo, ricadrebbero a terra, senza creare nuovo colore.

 

Si potrebbe cominciare da ogni istanza sollevate, ma sintetizzare le basi della Rabbia mi è più semplice, perché è la zavorra più citata negli ultimi post che ci relega irrimediabilmente tra i Presunti Sani sofferenti e insofferenti. 

 

Il richiamo di oggi è sulla rabbia oggettiva. La nostra reazione mentale e comportamentale ad un evento  imprevisto, inquadrato dal nostro cervello come destabilizzante.

 

 

 

 

 

RABBIA OGGETTIVA 

 

In questo caso, ci riferiamo alla situazione di esseri umani non inclini per DNA ad essere sconvolti da eventi fortuiti lesivi in vario grado. Questa disposizione mentale ci porta inconsapevolmente ad essere anche meno esposti a questo tipo di eventi lesivi. Il nostro umore stabile, i vari registri dell’ansia, soprattutto di origine ossessiva, ci rendono già meno vulnerabili. 

 

Nel linguaggio muto degli esseri umani, chi ci frequenta sente, più che sapere, che non cadremo nella reazione fallosa indotta dalla rabbia impulsiva. 

 

Chi ci frequenta e ci getta fango e pietre addosso, sente che difficilmente prenderemo un cartellino giallo o rosso per questo. 

 

Quindi, chi vuole farci saltare sa che difficilmente salteremo e perderemo tempo ed energie in risposte fuori dal pentagramma. Istintivamente sceglierà un’altra vittima, che dia loro una maggiore gratificazione.

 

L’umore stabile e i registri dell’ansia in regola, ci consentiranno la più rapida analisi possibile dell’evento. 

 

I procedimenti cognitivi sono in sequenza:

 

  1. Consapevolezza di non essere un Presunto Sano Rabbioso
  2. Consapevolezza conseguente al punto uno, è che la pietra scagliata contro di noi, deliberatamente o meno, sarà schivata come ci insegna Eva Rea nel brano Intimo, “la rabbia rende schiavi, io la schivo”.
  3. Se non abbiamo avuto la prontezza di schivare la pietra, deve iniziare un processo di analisi più approfondito, di quello che comunque avremmo dovuto intraprendere per capire come mai ci è stata tirata una pietra contro.
  4. L’analisi deve arrivare ad una conclusione spietata. Nessuna assoluzione di fronte ad un nostro errore che ha causato l’imprevisto; nessun perdono gratuito, se la pietra ci è stata scagliata senza una nostra complicità nella sua genesi. 
  5. L’analisi non deve essere necessariamente completata immediatamente, ma non dobbiamo mollare, giorno dopo giorno fino a quando non abbiamo capito il perché dell’evento fortuito.
  6. Il lancio di una pietra verso noi, in questo caso, esseri umani naturalmente non inclini alla rabbia, ha comunque smosso qualcosa negli equilibri neurochimici del nostro cervello. Fosse soltanto per la sorpresa  dell’evento non previsto e la costrizione ad utilizzare i nostri neuroni ad un’analisi di una violenza subìta, anziché a pensieri costruttivi.
  7. L’analisi del perché deve per questo essere spietata. I livelli di umore e ansia devono essere riportati alla linea base pretendete l’evento. In caso contrario, un’altra pietra lanciata, ci troverebbe non così pronti ed efficienti nel processo analitico.
  8. La misura che tutta la sequenza sia avvenuta in maniera corretta è molto semplice: il ricordo della pietra lanciata si disgrega e noi proseguiamo verso quello che volevamo fare, con la stessa leggerezza, con la stessa qualità. 

 

 

In latino è espresso molto bene dalla frase Tamquam non esset, traducibile in Come non fosse stato.