Cervello in Tilt

Le eterne promesse

5 Maggio 2018

Le eterne promesse

Buonanotte papà

di Stefano Michelini

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Il rap di Jesto mi ha improvvisamente fatto ricordare le promesse che ti ho fatto e, con sorpresa, mi rendo conto di averle quasi tutte mantenute.

  • Non mi sono offeso e ho tirato dritto quando contestavi la mia asocialità, che poi era la stessa tua
  • Una volta mi hai chiamato giovane studente “montato”, perché non avevo apparecchiato per la cena e da quel momento, se ero in casa ho sempre apparecchiato
  • Volevi un calciatore, ma non ci sono riuscito. Ma questo è dispiaciuto a tutti e due
  • Di ripiego un medico, ma ti ho promesso che avrei dato sempre il massimo. Promessa da poco questa perché non mi costava nulla, tranne l’immobilità sulla sedia della scrivania
  • Ho cercato di mantenere la vita leggera che mi insegnavi guardandoti, ma non sempre ci sono riuscito. Quando mi ritrovavo inadempiente alla leggerezza la sentivo come una promessa mancata
  • Mi hai chiesto, senza chiedermelo, di andare a compromesso sempre, promessa mantenuta in minima parte.
  • Mi hai chiesto, senza chiedermelo, di essere il miglior padre possibile e l’ho mantenuta
  • Mi hai chiesto di fare attenzione al denaro e non l’ho mai fatto perché non l’ho mai considerato un valore. Proprio come te. Quindi 0-0, su questo
  • Mi hai chiesto esplicitamente di tenere la nostra famiglia unita, con i miei due fratelli e io, non solo te l’ho promesso, te l’ho giurato su Baggio, ma non ci sono riuscito. È andato tutto a puttana. Promessa non mantenuta.
  • Ti avevo promesso una tomba stratosferica, che nessuno avesse, riscaldata sempre dal sole tiepido e con un panorama senza confini visivi e l’ho fatta. Una lastra di rame polveroso, con su scritto solo la tua data di nascita e lo smile inciso della Apple. Poi è arrivata mamma e ho dovuto rendere omaggio anche al suo gusto estetico. 
  • Ti avevo promesso ogni 15 di Agosto, alle 13 per avere più caldo, un sacrifico fisico disumano per me e ci sono riuscito tre anni consecutivi, prima che il mio fisico cedesse. In una di queste imprese epiche, mentre affrontavo una salita da ribaltarsi e lunga sedici chilometri, ti ho anche visto e ho parlato con te, chiedendoti di aiutarmi a non cadere dalla bicicletta. Non sono caduto. 

 

Non mi ricordo altro papà, tutto il resto non l’ho mai considerato una promessa mantenuta o no, ma vita. 

 

Ora ti dedico una canzone di un rapper che si chiama Jesto. Sorrido perché penso che ci metteresti un mese a imparare a dire bene il nome. Notte pà.