L'odio

Per il cervello, i meccanismi cognitivi che sottendono l’odio sono gli stessi che sottendono l’amore.
Gli incroci mentali sono ovviamente diversi e, di conseguenza, quello che si prova: dolore verso piacere; rabbia verso pace interiore; desiderio di procurare male verso desiderio di riversare amore in un essere umano o in un’attività.
Sono diverse le sostanze chimiche in gioco che tracimano nel cervello, ma tutto si svolge nello stesso distretto del cervello, come potrebbe essere Soho: Odio a Soho; Amore a Soho.
Rientro in una casa dove pochi mesi fa ho vissuto l’età dell’oro e non riesco nemmeno a provare tristezza.
Affiorano frasi, concetti di non schieramento, silenzi di chi ami alla maniera degli Alieni.
Affiorano ore di attesa, alieno anche agli alieni, per un sorriso, una conversazione di pochi secondi.
Affiora la perplessità per una donna nascosta dietro un cellulare per ore.
Si forniscono spiegazioni verbalmente congrue. A livello metaverbale, valore zero.
Affiora l’odio, perché tutto questo significa il pericolo di una deriva familiare che al centro esatto ha un bambino. Il mio bambino.
Sei tranquillamente predisposto all’indifferenza sopravvenuta di chi presuntivamente amava.
Diventi una belva e ne abbiamo parlato, nella sezione dedicata ai figlicidi.
Diventi una belva che mangia di tutto. Onnivora.
Affiora l’odio, perché sai come andrà a finire.
Affiora l’odio, perché è andata veramente a finire così.
Le relazioni tra gli esseri umani variano, o possono variare, in ogni direzione. Sempre. Lo sappiamo. Fa parte dell’evoluzione della specie. Più si insemina più sopravviveremo. La poligamia biologica.
Abbiamo parlato di formicai di famiglie, che si compensano grazie ad orge organizzate in locali di scambisti, di uno o dell’altro membro della coppia; dietro i trucchi ridicoli delle doppie schede telefoniche; dei numeri telefonici registrati in rubrica sotto un altro nome; troppo noioso andare avanti con la lista dei compensi alla noia di una monogamia tollerata solo per mantenere un qualsiasi status quo.
Affrontare la verità è un dispendio energetico, che il cervello quasi mai ha la voglia di erogare, a meno di condizioni esasperate: ma se trovi un partner che ti cucina, ti lava e stira, o ti porta soldi per l’ennesimo paio di occhiali da sole, che ti consente ogni tipo di azione protetta da una coltre di ipocrisia collettiva, perché il cervello dovrebbe impegnarsi a cambiare, a discutere con la calma o la violenza consentita dalla propria educazione sentimentale?
No. No. No. Procedere ad oltranza con i film panettone di Natale, che rappresentano il più autentico spaccato della dimensione relazionale degli esseri umani.
Affiora l’odio, ma non perché ti accorgi di questo, che sai già.
Affiora l’odio per il confronto tra la sorpresa di un essere che ha pasteggiato nel tuo pascolo con tanto di patto stabilito, per il non sapersi schierare tra la continuazione di un progetto evolutivo di un bambino e il sospetto che si è sviluppato intorno a te.
Affiora l’odio, perché rientri nella casa dell’età di allora e la trovi un disastro.
Si sono portati via anche il caffè e la carta igienica.
Letti sfatti.
Cose buttate lì.
Affiora e aumenta l’odio.
Una centrale nucleare.
Affiora l’odio delle idiozie che dovrai legalmente ascoltare.
Una centrale nucleare senza controllo.
Sento qualcosa su cui ho scarsa dimestichezza e quindi mi trovao passivo.
Andare ad un esame con mezzo programma studiato.
E se il Professore ti fa una domanda sul resto?
Restano macerie di sensazioni e disagi che metastatizzano.
Affiora l’odio e si consolida.
Un bambino in piena fase evolutiva verso le solite congetture.
Strappate le budella con le mani per trovare una chiave, come in Saw l’Enigmista.
Ma l’odio ha un valore evolutivo. Pesante, faticoso da decifrare, difficile da infilare in un pensiero logico.
Un Presunto Sano può non sapere che l’Odio ti può proiettare in un’orbita di pensiero energetico e preciso.
Uno psichiatra sì.
Leggere nei propri errori senza pudore con una forza mentale che non avresti avuto nei giorni della sopportazione, per portare avanti un progetto maggiore, a più alto ritmo di nobiltà.
Capire che il perdono verso se stessi, passa soltanto, attraverso la piena comprensione dei propri errori.
Come abbiamo visto, il perdono che non lascia cicatrici passa solto attraverso l’analisi cognitiva dei propri errori.
L’odio è una ferita, che se curata nel giusto modo ti guarisce per sempre da errori seriali.
Il sapersi perdonare con cognizione di causa e sincerità toglie la cicatrice.
Nel crogiolo che tiri su dai fondali dei ghiacciai, rimane solo l’oro.
L’Odio ti ha evoluto.