Incontri con Altri Mondi

Ho sempre sognato di esplorare questi luoghi, o meglio non luoghi della mente, affascinato fin da bambino dai racconti di mio padre, allora rappresentante di psicofarmaci del manicomio di Maggiano
Anni dopo, quando mi è stata regalata la mia prima macchina fotografica e dopo aver letto i libri di Mario Tobino, quando i mani- comi erano oramai chiusi, non ho esitato a farlo. Senza considera- re che una volta che ci entri non sei più in grado di uscirne proprio come le molte vittime che ancora si contano.
Non avevo considerato che all’interno di queste strutture abban- donate potessero esserci ancora tracce di disperazione espresse attraverso scritte, disegni, schizzi di sangue e graffi sul muro, sco- prendo nuovi lager.
Mi sono perso per ore al buio in questi maestosi/mostruosi luoghi architettonici e avendo escogitato il modo di entrare, ingenu- amente non avevo calcolato il modo di uscirne: il telefonino era senza segnale, le finestre sbarrate e i suoni dei passi mi assalivano.