Cervello in Tilt

Il senso della vita

26 Aprile 2018

Il senso della vita

Vorrei parlarvi di una farfalla

di Sandy Susanna

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Penso spesso a questa mia velocissima evoluzione, che vivo giorno dopo giorno.

 

Penso spesso che potevo interrompere prima la sofferenza interiore che mi ha mangiata lentamente anno dopo anno.

 

Adesso sono ferma ai miei 18 anni, quando ancora le ali non mi erano state del tutto recise, e ho ricordi splendidi di quello che ero, e potevo decidere di essere , a scaglioni d’età.

 

A 2 anni inizio a disegnare discretamente, a 3 a leggere, a 4 i miei disegni vengono esposti in comune come "bambina prodigio", 5 anni la passione per il canto, l'affinamento delle "arti plastiche", le costruzioni, sempre più complesse , con i lego.

 

A sei anni avevo più di 50 libri, leggevo come una pazza. 

 

A scuola , in Italiano, avevo l'insufficienza, ero dislessica e nessuno lo capiva. 

 

Prime Umiliazioni. " Non sei nemmeno capace di scrivere il tuo nome con la y girata giusta, ma non ti vergogni?" 

 

- Come te lo spiego maestra che sono una mancina corretta? Che non riesco ad avere chiare nella mente come si fanno alcune lettere?-

 

10 anni, vinco un concorso di disegno, un veliero, bellissimo. Scopro l'immensa bravura e profondità nel canto, a nuoto non mi batte nessuno se non devo competere con un pubblico davanti, mi manca il fiato, non lo so perché papà.

 

Inizio a leggere libri di filosofia. 

 

Così scorrono gli anni, quelli in cui sognavo ancora e investivo tempo su quello che amavo, fino ai 14 anni.

 

14 anni, iniziano i doveri, le imposizioni sbagliate "a fin di bene", farai questa scuola, non quella, li si drogano tutti. 

 

Vuoi mettere un mestiere pronto quando esci dalle superiori? Se vuoi "sposarti", sei libera di farlo dopo.

 

Inizia l'abbandono di alcune delle mie passioni. 

 

Ripongo pennelli, matite e fantasia, e mi rifugio sui libri, fra aumenti di peso, piccole depressioni e bullismo.

 

19 anni, ancora leggo molto, ancora scrivo, vinco l'ennesimo concorso di letteratura, questo anno segnerà la fine della mia passione per il canto. " con il canto non si mangia". 

 

Comincia l'università, i doveri, e rinunci a tutti i piaceri.

 

Mi ritrovo come un blob , chiuso in una scatola, quadrata, mi da una forma, mi soffoca. Non vedo più i colori, tanto vale vestirmi di nero, almeno camuffa la mia ciccia.

 

28 anni, depressione pesante. 

 

La vita mi va stretta, odio affacciarmi fuori. 

 

Preferisco dormire. 

 

Studiare e dormire.

 

 E poi ancora dormire. 

 

Prozac.

 

26.06.17, giorno del mio 32esimo compleanno, pensiero ossessivo, voglio suicidarmi. 

 

Mi metto a studiare i nodi per i cappi, tagliarsi le vene sporca, con i medicinali , se non va a buon fine, rischio di essere timbrata come pazza o di rimanere rincoglionita chiusa da qualche parte. 

 

Rimando, c'è chi ieri l'ha fatto al posto mio. Non ho voglia di scendere in mesticheria e dar spiegazioni su quanto mi serve lunga la corda e di che spessore.

 

32 anni e 3 mesi, inizia la mia rinascita, oggi a quasi 33 sono effettivamente rinata.

Abbandono con classe i doveri, rendendoli a chi gentilmente me li aveva donati.

 

Piano piano, io sono brava con loro, ci sono passata.

 

Torno la piccola, taciturna bambolina con i ricci, che ascolta e non giudica più. 

 

Mi sporco con le tempere , ginocchia piene di lividi per lavorare in terra, spalla mezza lussata, ma che nel contesto non sento nemmeno più di tanto, mi danno più dolore 8 ore di ufficio a relazionarmi con persone per le quali non vale nemmeno la pena far fatica di rispondere al telefono.

 

Adesso mando avanti aziende, doveri e passioni. 

 

L'ordine è sparso, perché do priorità a queste ultime, grazie a loro sto tornando ad essere me stessa.

 

Le ali stanno ricrescendo, la vita mi ha voluto dare una seconda occasione e per questo gliene sono grata, fino a quando durerà. Me la godo.

 

Nei miei 78 kg, mi sento una bellissima farfalla, capelli corti, struccata e immancabile tuta, Amo la praticità.

 

Fumo una sigaretta guardando le montagne e ascoltando il cinguettio delle rondini, dovrei già essere in cucina ma il sole regala delle sfumature bellissime al foglio di grana pregiata del mio libro nero, non posso smettere adesso.

 

Ceneremo più tardi, prima il piacere, ancora qualche minuto.

In tutto questo mi sono perdonata. 

 

Non vivo più nel passato, faccio quello che volevo fare nel passato, quello che mi rende felice.

 

Ho perdonato anche chi, in qualche modo a fin di bene, mi ha reciso le ali. 

 

Non è colpa loro. Non è facile essere genitori, ne sono consapevole.

 

Evoluzione ancora, la quarta.

 

Embrione si sta preparando, fra qualche mese saprà se sono pronta, lui lo intercetta, vive nella mia testa. 

 

Lo saprà quando sarà il suo tempo, e se ne avrà voglia, si affaccerà in questo mondo di matti.

 

Adesso spiego le ali.