Cervello in Tilt

Il senso della vita

17 Giugno 2018

Il senso della vita

Vivere in eterno

di Federico Marchi

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Pensavo a Otzi, la mummia risalente a più di 3100 anni fa, ritrovata sulle alpi agli inizi degli anni ’90.

 

Ripercorro la vita. La mia

 

Sono stato concepito nel Febbraio del 1970 e nato a Novembre, eppure non mi ricordo. 

 

So, ma non ricordo, che ho portato la luce nella vita di due persone fantastiche: i miei genitori. So che sono cresciuto, muovendo i miei primi passi tra una poppata un pannolino da cambiare, tra qualche bizza e qualche sorriso e ho regalato gioia per i primi anni della mia vita come tutti i bambini, tra sonaglioli, carillon e qualche ninna nanna.

 

Ricordo invece l’asilo, la suorina, il pranzo nella gavetta, i giochi, ma anche i pianti, perché volevo stare volevo la mamma. Presa per sfinimento, la suorina telefonava a casa e lei veniva spesso a prendermi. Io ero contento

 

Ricordo poi le elementari, tutte le mattine c’era mia nonna che mi aspettava quando mio padre mi portava a scuola e mi salutava dal vetro del terrazzo con la mano. Che bei ricordi, la maestra Anna Donati, i compagni, Fabio il mio compagno di banco.

 

Ricordo, poi le medie io, il mio compagno Fabrizio, e il pianto all’esame di terza, perché mi meritavo ottimo, non un banale distinto.

 

Ricordo l’adolescenza, le partite a pallone, le pedalate in bicicletta a chi ce la faceva a fare la salita di Valpinzaba, il casco obbligatorio, gli scout, Padre Ceci, il campino, la Contrada, il Palio di Fucecchio: gioie e dolori ma gratuita felicità. 

 

Ricordo il liceo, da studente modello ad anima ribelle, che volete fare io con storia e filosofia all’epoca, non avevo molto feeling ed è andata come andata. Bocciato e fuori.

 

Cartolina per Udine caserma Berghinz C.A.R.; poi Caserma Sante Patus di 114 Moriago, a servire la patria, servizio di leva. Caporale Marchi, in incompiuta, con congedo per motivi di salute seri, “non presi sul serio” . Congedo definitivo. 

 

Anche senza la maturità devi essere maturo comunque ed entrare nel mondo dei grandi: 10 anni di bar, con problemi economici, con solo io a gestire il giro delle banche e delle scadenze, senza sosta, senza tregua, senza ferie e senza feste.

 

Poi la rivalsa, la rinascita, la depressione la nuova rinascita e il problema serio che mi si ripresenta, esattamente dopo 14 anni dalla visita militare: insufficienza renale 2006

 

Ricordo il verdetto: Non ci sono cure. Ho girato 4 ospedali. Non mollare come atteggiamento; dialisi o trapianto come uniche terapie. 

 

Tra il bene ed il male vince sempre il bene e mia sorella Giulia il 29 maggio 2015 mi ha salvato la vita, mi ha donato un rene, in silenzio, quasi chiedendo permesso. 

 

Ci hanno invitato in varie trasmissioni televisive e non siamo andati mai, non per mancanza di rispetto per chi soffriva del mio stesso problema, ma per privacy: molto semplicemente era un fatto nostro. 

 

Oggi mi stavo spostando in macchina e ho ripercorso la mia vita è ho pensato a Otzi la mummia, 3100 anni fa, io ne ho 47 e mezzo. 

Esiste l’eternità, ma non esiste l’io eterno, anche se pensiamo come se si vivesse in eterno: esistono le generazioni, non la generazione.

 

Otzi sarebbe qui a farsi cambiare il pannolino dalla mamma o a giocare a pallone con gli amici o a scuola o a lavorare, invece è l’eternità non in polvere, ma mummificata. 

 

Esiste l’eternità, ma non esisto in eterno, prendo quello che viene, sorrido e vado avanti, ora realizzo questo, finisco di scrivere e ricomincerò a pensare di nuovo che si vive per sempre

 

Taccio.