Cervello in Tilt

Il senso della vita

10 Gennaio 2018

Il senso della vita

Ti porto a volare

di Stefano Michelini

‹ INDIETRO

Prologo

Cara figlia mia, tu dormi. Le funzioni del corpo al minimo. Il respiro lento. Sei su una nuvola bianca, soffice, accogliente. Vorrei che la tua vita fosse sempre così, anche quando sei sveglia. Poche cose hanno senso come la qualità del vivere. 

 

Ti guardo e penso a raccontarti cosa succede, quando voli in aereo, quando prendi distacco dalle cose, quando trovi quella che vorrei fosse la formula magica della tua vita: trovare immediatamente la giusta distanza. Dentro la pelle e l’odore del tuo uomo, lontana dai luoghi comuni e dal vivere in gregge. 

 

Vorrei che, che quando perdi la misura di questa distanza e senti il disagio in te, tu prendessi un aereo senza una destinazione obbligata e che ascoltassi come è meraviglioso essere sospesi.

 

Quando l’aereo decolla, nel momento esatto in cui le ruote del carrello si staccano da terra percepisci subito una trasformazione fisica e mentale.

 

Il cambio di prospettiva verso l'alto determina un allontanamento fisico dal nostro ambiente naturale, la terra. Il cervello percepisce che si sta allontanando dal luogo dei suoi problemi o comunque delle sue dinamiche aberranti. Entri in un’altra dimensione.

 

L'aereo sale ancora, buca le nuvole, le oltrepassa e si stabilizza in quota. I tuoi pensieri rallentano. Il volo ti ha ipnotizzato. Puoi leggere, conversare, sentire musica come fai sulla terra, ma è tutto ovattato e gentile. Ti viene da sorridere. La leggerezza del vivere ha preso possesso di te. Quella è la giusta distanza ritrovata. Da interiorizzare.

 

Anche se tu avessi un’agenda di impegni incalzanti, che ti aspettano dopo l’atterraggio, non lo percepisci. Ritrovi l’impressione sana che tutto manterrà  questo ritmo blando e che starai sempre bene,

 

Per questo, figlia mia, ti farò volare più che parlarti. Devi imparare a stare sopra le cose, pur essendone partecipe. Tu non lo sai, ma per un fenomeno che si chiama kindling, il cervello si abitua al ritmo della elettricità che circola tra le cellule nervose e la drastica riduzione di impulsi, che si riceve quando voli te lo insegna. 

 

Purtroppo voliamo così poco in termini di tempo, che oramai il cervello ha preso il ritmo della terra. Se ti potessi fare vedere lo scorrere dei giorni passati, anche solo quindici anni fa, ti accorgeresti che tutto, ma proprio tutto, era più lento e noi più leggeri di conseguenza. Ora, che siamo bersagliati da una quantità di impulsi incalcolabile, siamo frenetici, corriamo, facciamo fatica, siamo pesanti. Agitati in testa e pesanti nella sensazione del vivere.

 

E allora come si fa? Tornare indietro con gli stimoli non si può.  Il ritmo della vita è questo ormai e sarà sempre più serrato. E non si può certo essere in volo continuamente.

 

Di nuovo Evoluzione o Involuzione? E’ una domanda più per me che per te. 

Questa frenesia terrena per ora non ha un cervello adattato nei suoi circuiti a sostenerla, per cui va in tilt e si vive in continuo affanno. Poi si adatterà e per un periodo di tempo saremo qualitativi e veloci allo stesso tempo e con un vago senso di benessere. 

 

Te lo assicuro amore. Voglio però darti una bacchetta magica per tenere sempre la giusta distanza subito, senza aspettare il bradipo aggiustarsi del cervello.

 

Il mio amore verso te, figlia mia, ha molte sfaccettature, ma insegnarti ad avere il ritmo giusto del vivere, se riuscirò a farlo con l’esempio e la calma dei forti, sarà il dono più grande. 

 

Solo questo amore mio, fa e farà la differenza nella bellezza e nell’armonia della tua vita, per ora intonsa e profumata di  giunchiglia.