Il senso della vita
Chi vince prende tutto.
Ma di quale gioco stiamo parlando?
La vittoria è soggettiva, dipende a che cosa e con chi stiamo giocando, e ammesso che giochiamo, e non giochiamo affatto, l’ultima partita che ho vinto l’ho giocata contro di me. Proprio ora. E l’ho vinta. Vaffanculo !
L’altra me quella fatta di dubbi, indecisioni e continui ripensamenti.
È una delle partite più difficili da giocare, ma chi di noi Presunti Sani non ha dovuto giocarla?
Abbiamo il nostro io esteriore e poi il nostro io interiore, con quello dobbiamo sempre confrontarci, parlare, lottare e confonderci.
Spengo la luce come ogni sera e si accende la mente: i pensieri corrono così velocemente che nemmeno Usain Bolt, icona mitologica, riesce a fermarli; vorrei spengere un po’ il cervello dominare le preoccupazioni, ma non ci riesco.
Fischia un arbitro che non conoscevo.
Inizia una nuova partita e questa volta indosso la migliore armatura mentale che possiedo.
Ascolto nella mia testa le importanti parole di un amico e premo il tasto rewind, solo questo devo ascoltare, tutto il resto è veramente noia di una umanità spersa e inconsapevole alla quale NON VOGLIO appartenere.
Faccio un salto nel passato e come una massaia del dopo guerra vado al lavatoio con il secchio pieno di panni sporchi ed inizio a lavarli con un sapone di Marsiglia.
Dubbi, insicurezze, paure iniziano a scomparire: le magliette ora cominciano ad essere pulite: quindi rewind, altro secchio, altro sapone e via così che funziona!
La partita è iniziata ora ed è la più importante, anche se non è affatto un gioco.
Io sto vincendo, commetterò ancora qualche fallo cattivo, ma con questo sapone laverò via tutto giorno per giorno.