Cervello in Tilt

Il senso della vita

9 Gennaio 2018

Il senso della vita

Non vedere morire un bambino

di Stefano Michelini

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Sono una mamma, sono un medico che si occupa di bambini, sono circondata dai bambini. Ho due figli, un maschio di 11 anni e una femmina di 6 anni, noiosi e complicati come sono quasi tutti i bambini. Apparentemente sani, ma la perfezione non esiste. Molto difficile non avere difetti, fisici, mentali, entrambi, contro cui lottiamo a oltranza. Oltre un certo limite bisogna imparare a conviverci. 

 

Mia figlia ha il fenomeno di Marcus Gun si tratta di una sincinesia mandibolo-palpebrale, sbadiglia e la palpebra si spalanca, mastica e la palpebra si chiude ritmicamente. Me ne sono accorta dopo pochi giorni dalla nascita e molti dei miei colleghi e anch’io, fino a quel momento, lo avevo studiato solo sui libri. 

 

All'inizio ho provato tristezza, profonda tristezza, perché pensavo che potesse essere fonte di forte disagio per lei, ma poi mi sono adattata, difendendomi consapevolmente, che questa piccola imperfezione, che “l'avrebbe resa unica”, e che la normalità è un concetto solo statistico.

 

Sull’onda di questa accettazione, come genitore. le ho sempre fatto capire che era stata fortunata, perché gli altri non lo sanno fare. Suo fratello più grande, una sera, ci ha pure pianto e mi ha detto che sono una cattiva mamma, perché questa particolarità l'avevo donata solo a sua sorella e la voleva anche lui. Ha provato e riprovato allo specchio, ma senza successo. Nel paradosso più totale, il disagio lo ha provato lui, che non riusciva a fare ciò che sua sorella faceva involontariamente. Un paradosso, la vita. 

 

"Non essere come tutti gli altri" anzi, come in media sono gli altri, può essere magia, pura magia. Era il nostro credo e il nostro motto.

Cari genitori i piccoli e grandi difetti dei vostri figli saranno tali, finché voi li considerate tali. Fateli emergere senza vergogna. La vergogna porta al disagio di tutti. Se non è un problema per noi, non lo sarà per loro. Un bambino sicuro, sarà un adulto coraggioso. 

 

Poi come medico, di fronte al vero disagio, ho incontrato la mia fragilità e conquistato la mia forza mentale. Quando perdo contro la morte ci sto male, non sviluppo tolleranza alla fine dell’atto di respirare di un bambino. So, che finché mi sentirò così schiacciata da questo grave disagio, la mia missione avrà un senso. Vedere morire un bambino è l'evento più brutto a cui un uomo può assistere. Ultimamente ne ho visti due. 

Ho visto chiudere gli occhi ad un bambino in sala operatoria dall’anestesista: aveva tre anni e un brutto incidente stradale l'ha portato via senza poter far nulla.

Altri occhi chiusi, per un ragazzino malato di cancro, morto soffocato dalla sua malattia, con un solo un tentativo palliativo da parte mia, che non ha avuto senso. 

Non sono stata utile. 

 

Da tutto questo ti chiedi quale sia il senso della vita. 

Ci penso di guardia nel cuore della notte, in un ospedale pediatrico che spero dorma quando ci sono io, come una madre che guarda il respiro dei suoi bambini mentre dormono. La vita ha un senso, quale non lo so, ma ho ancora tempo davanti per capirci qualcosa, intanto io lotto per la vita e alla mia vita il senso cerco di darglielo ogni giorno... E ora scendo in sala operatoria. Non saprei. Va così.

 

Alessia Bertocchini. Nata a Lucca il 05/03/76, Laureata in Medicina e Chirurgia a Pisa con lode nel 2002. Specializzata a Bologna in chirurgia pediatrica con lode nel 2008. Master di secondo livello in emergenze pediatriche a La Sapienza Roma nel 2015. Diploma nazionale di ecografia clinica SIUMB nel 2006. Ospedale pediatrico Meyer di Firenze dal 2008: Titolare del Poliambulatorio Specialistico Pediatrico Baby Doctor a Lucca dal 2011. Libero professionista. Collaboratrice della rivista Bimbi sani e belli e viver sani e belli dal 2008.