Cervello in Tilt

Il senso della vita

2 Maggio 2018

Il senso della vita

Moby Dick

di Stefano Michelini

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Io non mi chiamo Akab, un grand'uomo, senza religione, simile a un dio, che ha studiato  all'università e insieme ai cannibali.

 

Mi chiamo Stefano e sono un essere anomalo. Come Akab. 

 

Il fascino della vita che abbiamo inseguito è più o meno lo stesso: la determinazione verso un risultato, che trasposto in tempi diversi poteva essere l’uccisione di una meravigliosa creatura come Moby Dick o semplicemente una bollicina impercettibile nella primavera romana. 

 

Non pensiate che una bollicina giusta sia un risultato da poco se sei nell’assetto mentale giusto. Con la persona con il giusto sorriso. Può decidere di una vita. A me è accaduto. “Un angelo vestito da passante” come in “Meraviglioso”.

 

L’insensato amore per il mare e le sue prede per Achab, il comprensibile amore per l’amore per me, nel silenzio delle sue sfumature, ci avvicinano al rischio e al piacere. Fisiologicamente, e questo Achab non lo sa, dolore e piacere sono molto vicini. 

 

Paragoni a parte io sono sempre stato a favore di Moby Dick, nel libro e nel film, anche se il miglior libro di Melville E’ Bartleby lo scrivano, di cui sicuramente parleremo in Cervello in Tilt. 

 

Con questa citazione, ho spezzato il flusso delle emozioni di quello che mi provocava scrivere delle onde sfrangiate da Moby Dick, ma non ci posso fare niente. Sono fatto così. Ho un pensiero prevalente e molte asteroidi congrue e colorate che ci passano accanto.

 

Ne adoravo il bianco grigio di Moby Dick. Ne adoravo la forza di reazione. La statuarietà elegante che appariva all’improvviso e poi spariva, ma di cui sentivi sempre la presenza. Lei c’era. Con il suo cuore forte e con il cervello pensante.

 

Aveva capito di avere un nemico. E non era paranoia di una balena, ma qualcosa di molto più arcaico. La sua sopravvivenza contro un assatanato che voleva solo strapparle la vita, senza pensare ai compensi che ne avrebbe tratto.

 

Anche se ero bambino, speravo che gli sfondasse la baleniera al primo colpo prima di inabissarsi nel plancton.

 

Vivere nel plancton deve essere meraviglioso.

 

A questo mira il mio progetto, forse dissennato come quello di Achab, viste le circostanze sociali ed economiche. 

 

Ma ormai ho intrapreso questa strada e lei, la balena bianca, sarà sempre quella del Banco del Mutuo Soccorso, di Simona Zacchei che ha donato il sorriso ad un alieno e sarà sempre il suo nuoto lento negli esseri colorati degli abissi.