Il senso della vita
Nel dubbio tra essere o non essere, il mio cervello si apre ad un monologo mentale più veloce dell’incertezza sull’agire. Almeno questa volta, cazzo non aspetto vent’anni per chiudere i battenti. Passo oltre.
Inevitabilmente scendono le lacrime.
Dolore per condivisione, nello sguardo, negli occhi.
Impotenza, vicinanza, parole, ma è sicuramente meglio il silenzio.
Dolore forte irreversibile. Così mi appare. Così lo sento in te.
Un attimo che mi organizzo, ci vuole precisione, fermezza e lucidità.
Proviamo ad allungare la mano, cerchiamo di fare un girotondo.
Puo' servire?
Non se chiamarti o se è meglio di no.
Sicuramente è meglio di no.
Indecisione, eccomi Presunta Sana DOC. Ma adesso non me lo posso permettere.
Rewind: Meglio dire? Chiamare? Esserci, anche se so che non importa dirlo?
Aiutarti, ho bisogno di aiutarti.
Chiedi, devi solo dire cosa e come farlo.
Ti devi proteggere, ora basta se non ci riesci, in qualche modo va fatto.
Adesso Basta.
Basta regalare amore a tutti se non lo regali a te stesso.
Mettiamo un punto.
Facciamo Ordine, mi dico.
Chiedere.
Devi imparare a chiedere.
Non puoi fare tutto da solo, è così ovvio anche a me, non può non esserlo per te.
Non ti ripari mai.
Mancanza, quella non la posso colmare, apnea.
lo posso solo capire. Qui mi fermo.
La mia testa non si ferma: parole dette e non dette. Ripetute. Dubbio se ridirle
Meglio ridirle.
Qualcosa accadrà.