Cervello in Tilt

Il senso della vita

31 Marzo 2018

Il senso della vita

I fantasmi dell'anima

di Avvocato Maria Talarico

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Presidente ONLUS Presunti Sani da 0 a 100 anni

 

 

Il Manicomio di Maggiano, così lo hanno sempre chiamato i Lucchesi. Lontano dalla città sulla strada collinare prima del Monte Quiesa che divide Lucca da Viareggio, sulla sinistra, appare una costruzione monumentale di cui non si vedono i confini tanto è immenso il complesso.

Solo la struttura ottocentesca a forma cilindrica fa bella mostra di sé lasciando in coloro che transitano sulla autostrada la inquieta curiosità di sapere cosa si nasconde o si nascondeva là dentro. 

Sì, è così, perché Maggiano è chiuso dall’entrata in vigore della Legge Basaglia e nessuno, tranne pochi che per lavoro lo frequentavano, hanno mai avuto accesso a questa cittadella separata dal resto del mondo dove ha vissuto lo psichiatra Mario Tobino assieme ai suoi matti, come amava chiamarli lui, lui che ne ha raccontato le sofferenze, i deliri, lasciandone memoria ai posteri nei suoi libri.

Entrare a Maggiano è come entrare in un altro mondo, tutto ancora parla di chi ha vissuto questi luoghi, a partire dai chiostri dove sono incisi i giochi da tavolo perché di legno erano pericolosi, il laboratorio d’arte con i suoi dipinti ancora sui muri, dove i malati attraverso la pittura esorcizzavano la follia dando sfogo alla loro interiorità e creando spesso vere opere d’arte. Il teatro che li vedeva protagonisti, per giungere proprio al corpo ottocentesco cilindrico e scoprire che racchiude le cucine del manicomio dove venivano preparati sino a 1800 pasti al giorno ma che, prima ancora, fungeva da sala medica con enormi vasche circolari di freddo metallo, ancora visibili, dove venivano adagiati i malati in preda al delirio e ricoperti di ghiaccio.

O le piccole “celle” a mo’ di carcere con finestra a soffitto per ovvi motivi, in cui il malato viveva per settimane privato anche della dignità di una veste per il timore che potesse strangolarsi, fornito solo di un mucchio di alghe per giaciglio perché queste erano l’unico elemento che non procurava pericoli alla persona.

Maggiano dove la sofferenza non era solo di chi entrava ma anche di chi vi è nato; sì perchè qui, nonostante la sorveglianza e divisione dei spazi tra chiostro maschile e femminile, i “matti” riuscivano ad incontrarsi dando alla vita neonati probabilmente accuditi dal personale.

Questo è stato visto dagli oltre 8000 visitatori che il 24 e 25 marzo si sono messi i fila sulla lunga strada che porta al complesso, aspettando con pazienza e in silenzio il loro turno di visita. 

Il camminare in fila lungo i corridoi, nei chiostri, l’affacciarsi all’interno di stanze quasi timorosi di violare un’intimità violenta che ancora aleggia nelle stanzette dove di intimità non c’era proprio niente, ma dove la follia umana, la sofferenza dell’anima ancora urla il suo strazio e fa chinare il capo a tutti noi.

Sensazioni che mi porterò sempre dentro, 8000 persone che quasi non respirano per far silenzio e lasciar parlate il Dolore Umano.

Questo era Maggiano fino allo sviluppo delle Neuroscienze (seconda Rivoluzione Psichiatrica) e ai Presunti Sani (terza rivoluzione psichiatrica). 

 

Tra gli ottomila visitatori, la maggior parte erano Presunti Sani, che sia pure mal collocati nella loro vita se ne sono potuti tornare a casa la sera.

 

Sono certa con uno stato d’animo diverso, come il mio del resto.