Cervello in Tilt

Il senso della vita

21 Luglio 2018

Il senso della vita

Ghost in the machine

di Stefano Michelini

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Prologo

 

Non è proprio un post popolare da leggere in sabato di luglio, anno 2018. Solo una riflessione, che potrà essere accolta fuori dal “tunnel del divertimento”. La faccio lo stesso. Non ho regole.

 

The ghost in the machine

 

Paul Bloom, psicologo di Yale, ha scritto che il grande conflitto tra scienza e religione nel secolo scorso è stato centrato sulla biologia evoluzionistica. In questo secolo, lo stesso psicologo presuppone lo smodato interesse sull’anima, essere prevalentemente psicologico. 

 

Infatti, l’evoluzione attuale della biologia molecolare, delle neuroscienze, di esperimenti di intelligenza artificiale hanno eroso in modo esponenziale, il concetto di anima immateriale e immortale trascendente il corpo. In How the Mind Works (1999), lo psicologo evoluzionistico Steve Pinker sottolinea in modo inequivocabile che “our minds are not animated by some godly vapor or single wonder-principle” tipo l’anima. 

 

Secondo Pincker la scienza moderna ha messo in cassa integrazione “the ghost in the machine.” 

Le Neuroscienze hanno largamente reso possibile la transizione del detto popolare che l’anima è rispecchiata nei nostri occhi, quanto piuttosto sia l’estensione del nostro cervello. 

 

E se qualcuno teme che la scienza contemporanea ridimensioni il concetto di anima immateriale, a sua volta mina i concetti integrati di moralità e libero arbitrio, che sono reali e concreti regolatori esistenziali, anche se non dipendono da un'anima immortale e materiale. 

 

Indipendentemente da questa considerazione filosofico-sociologica, la nostra sensibilità morale è indelebilmente codificata nell'architettura neurale che ci ha lasciato l’evoluzione filo- ed ontogenetica, plasmata dalla cultura del tempo. 

 

Nella misura in cui questo sia il caso, possiamo ancora assumere che siamo moralmente obbligati dal DNA ad agire con compassione in relazione gli uni agli altri.