Cervello in Tilt

La Città Provvisoria

16 Gennaio 2018

La Città Provvisoria

Con Dolores O'Riordan nella città provvisoria

di Stefano Michelini

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Scusami Dolores di averti fatto venire qui così distante

 

Non preoccuparti Stefano, io sono tempo ormai. Hai presente quel libro che hai visto di taglio, tra mille libri, e che hai preso con il tuo solito istinto, per poi vederne il titolo?

 

Si, si intitola "Ciao, Sono Tempo” e l’ho tenuto in mano in modo ostentato verso la macchina fotografica. Lo sentivo mio. Gari, il fotografo, mi ha anche detto “lo tieni troppo stretto”, sembra forzato 

 

Il Tempo mi ha portato qui da te, in questo luogo sospeso. Ci vieni spesso che lo conosci così bene?

 

Si, ma non finisco mai di conoscerlo, perché è una città provvisoria, abitato da una sola persona e visitata da viaggiatori occasionali, come noi oggi

 

Strano conoscersi qui

 

Sono molto emozionato

 

Io incuriosita, dal tuo richiamo 

 

Ho molti pensieri per te

 

Dimmi

 

1993, MTV, dorata, con un video così fuori contesto, da non poter fare a meno di sentirselo addosso quasi tutto il giorno

 

Si, un video ben studiato per colpire duro, ero Dolores al tempo. Per quanto fosse progettato in ogni dettaglio per colpire, io ero io, completamente naturale nel cantare in quel modo. Nelle mie crisi, mi ha sempre confortato. Mi diceva esisto. Ecco questa sono io. Non c’è più pericolo. Vai avanti. Poi però l’insofferenza tornava.

 

Hai sete?

 

Si, come fai a saperlo?

 

Dietro quell’angolo c’è una fontana, che al ritorno potremmo non trovare più. Conviene fermarsi e bere.

 

Hai sete anche tu?

 

Si.

 

Beviamo insieme dallo stesso zampillo?

 

Dio mio.

 

[Sotto il filo di acqua che usciva, ci siamo chinati, con le bocche di fronte e abbiamo bevuto a sorsi asincroni, mentre le nostre labbra a volte si toccavano. Non esisteva niente altro che una città provvisoria, una giovane donna e un uomo più grande che bevevano ad una fonte fresca con le labbra vicinissime]

 

E’ stato bello incontrarti qui Stefano, è stato bello che tu sia stato l’ultimo uomo ad avermi scritto “ti amo”. 

 

E’ stato un caso, io ho sempre amato la tua intensità, come amo tutte le persone intense.

 

Non importa, ma lo hai fatto e questo è l’importante. Averlo fatto. Averlo scritto, senza nessun timore di essere fuori binario. 

 

Si l’ho fatto. Tutto fino in fondo.

 

Ora fai una cosa per me. Mi spoglio e mi sdraio qui, accanto alla fontana. Chiudo gli occhi e dipingimi d’oro.