Cervello in Tilt

Il senso della vita

18 Giugno 2018

Il senso della vita

18.06.18 Epilogo

di Sandy Susanna

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Cara morte,

nemmeno un anno fa ti ho dato della puttana. Mi cogliesti impreparata , in tutto. Ero arrabbiata con te.

 

Un po’ devo scusarmi adesso. 

 

Questa volta lo sapevo che eri qui, ti sentivo, o sei stata brava a farti sentire.

 

Ci hai dato tempo per prepararci, fin troppo, ma ti devo ringraziare.

 

Abbiamo potuto portare a compimento il regalo che fra tutti ci eravamo promessi. Il mare. 

 

Gli abbracci. 

 

Le ultime cose dette con la razionalità che solo fra adulti senzienti si possono dire, con freddezza e dolore nello stesso tempo. 

 

Ci hai lasciato tempo, anche se sei arrivata, umanamente parlando, troppo in fretta. 

 

Qui devo prendermela con l’altra Escort di Lusso, la Vita. E con il Padre Eterno, che ancora non mi ha fatto capire com’è che funziona il gioco.

 

21.30 “ Perché guardi sempre l’orologio”? 

 

“Perché ci siamo”

 

E’ li, ci siamo. 

 

Ma non posso dirtelo. “Nulla, sono agitata, un po’ di agitazione”.

 

Da dieci minuti, si passa ad ogni, 7, 5, 3 . 

 

Come le contrazioni di una donna per mettere al mondo suo figlio. 

 

Vado su. Ho bisogno di rilassarmi.

 

Ancora minuti, troppo lenti. 

 

Ho sonno. 

 

Ho il cuore a mille. 

 

Mi manca l’aria. 

 

Accendo una candela, mi metto a meditare. 

 

Eccoti.

 

Mi appisolo. 

 

Mi ritrovo in giardino a metterle il mascara, le ciglia erano lunghe, come i capelli. 

“Hai visto che sono ricresciute? Eh si, avevi ragione tesoro! Aspetta ti finisco di cucire i pantaloni”

 

Mi sveglio. Mezzanotte. Pianto inarrestabile.

 

Ma ancora non posso dire nulla. E’ presto. Io lo so. Vi devo lasciare il vostro tempo.

 

Svuotata e alleggerita, di colpo. 

 

Alle 2.48 guardo per l’ultima volta l’orologio, crollo in un sonno apatico, lento, ridondante di sogni lenti già fatti.

 

7.30 – E’ andata. – Lo sapevo-. 

 

Consapevolezza materiale, come lo stato di morte appurato dal medico. 

 

Consapevolezza iniettata come acido nelle vene. 

 

Brucia. 

 

Mi frena ogni piccolo rimasuglio di razionalità portata con fili consumati, come i miei pantaloni da lavoro. Oggi non ci vado, adesso ho bisogno di me e di nient’altro.

 

Ho provato a prendermela con Dio, con l’Universo, negli ultimi tempi. 

 

Ci ho provato. Ma ero consapevole della lezione di vita che dovevamo imparare, nel dolore più illogico del mondo, c’è sempre qualcosa da imparare. 

I martiri esistono per lasciare ai posteri un nuovo testamento, una nuova lente per guardare alla vita. Nulla va sprecato, nemmeno la sofferenza. Nemmeno il chiamare la morte a gran voce, per vederla sparire.

 

Poi arriva.

 

Anche questa volta non sono preparata all’evento, sarò la solita mosca bianca vestita inadeguatamente per l’occasione. Ma fa lo stesso. La mia essenza ha preferito accompagnarla, investendo il tempo rimasto in modo più produttivo e meditativo possibile. Pazienza. 

 

Cara Morte, cara Vita, Escort di Lusso che vagate dal nostro primo battito cardiaco fino all’ultimo, nonostante siate due infami questa volta ci avete regalato tempo per far tutto. 

 

Per salutarci, per parlare e abbracciarci forte, con l’amara consapevolezza che passerà ancora un po’ di tempo prima di poterlo rifare, in un'altra dimensione. Grazie.

 

Ci vuole tempo per non avere tempo. 

 

Ora è tempo di pensare e applicare gli insegnamenti. 

 

Scatola bianca e scatola nera. 

 

“Tu ora dove ti trovi”? 

 

In quella grigia. 

 

Adesso non ci sono più scatole.

Ti voglio bene.

 

Sandy