Il lutto
[ Giulia Marchi ]
Niente sarà più come prima…
Voglio partire da qui, con la frase più scontata di questo mondo, ma è il primo pensiero che si è annidato nella mia testa.
Dopo giorni e nove mesi, ho avuto la conferma che niente è stato più come prima.
Ci hai lasciato così all'improvviso.
Se chiudo gli occhi posso ancora sentire la voce di mia figlia che grida “Nonno è morto!!! Nonno è morto!!!”
Precipito in una specie di oblio in cui la percezione della realtà mi sembra lontana e distorta.
Salgo in macchina per correre a casa, ma non parte. La spia della benzina a zero mi costringe a fermarmi al distributore e non capisco che cosa ci faccia io qui, mentre mio padre è morto.
Le solite domande martellanti, sovrapposte e inutili, che il mio cervello produce da solo, senza che io ne abbia il minimo controllo: “Ma se fino a 10 minuti fa stavo lavorando come ogni sera???”
È bastato un attimo per sconvolgere tutto.
Il viaggio verso casa sembra durare ore.
Provo a telefonare.
Parlo con qualcuno, non ricordo con chi, ma capisco che la situazione è grave.
Mia figlia non si è sbagliata, è proprio così, e accelero al massimo.
Cerco di arrivare prima possibile e penso che magari che al mio arrivo le cose potranno cambiare, che io possa risolvere. Farò qualcosa che loro ancora non hanno sicuramente fatto.
Poi suona il telefono: è mio fratello, anche lui sulla via di ritorno di casa.
Sta tornando indietro incredulo, senza capire cosa sia successo.
Ha parlato con mia figlia e mi ripete come un matto, che la situazione è grave e che è morto davvero.
Ritorno sul concetto del tempo passato e futuro, anche nove mesi dopo.
Tutte le certezze, tutto quello che mi sembrava normale è finito in un secondo, senza preavviso, senza senso e, proprio in quel momento, capisci per la miliardesima volta, che niente sarà più come prima.
Eccomi sono arrivata a casa.
Vedo l'auto medica e l'ambulanza davanti casa, parcheggio e scendo.
Mi sembra di non essere io, di essere catapultata in un’altra dimensione, sto entrando in casa e penso: mi sono sbagliata, ora entro e sistemo tutto io tutto questo casino.
Oppure troverò tutto come al solito: mio padre sarà lì a guardare la TV con mia mamma, mio marito sarà in camera nel letto con il tablet e i ragazzi a farsi i fatti loro, come ogni sera, come ogni dopocena.
Invece no, entro e la scena è un bisturi che mi taglia in due: mio padre è sdraiato in terra; un dottore del 118 gli sta facendo il massaggio cardiaco, tutti intorno urlano, piangono si disperano.
Mio marito è in bagno e sta vomitando per lo spavento; mio figlio sta tirando calci al muro; si sentono solo urla e pianti. Poi vedo mia figlia che piange disperata.
Io sono lì, ma in realtà sono da un'altra parte e continuo a credere che quello che sta accadendo non possa essere vero.
Il medico del 118 mi fa delle domande e mi rassicura che il massaggio cardiaco continuerà per altri trenta minuti.
Nello stesso modo mi dice che, purtroppo non c'è nulla da fare: mio padre è morto.
Oggi, capisco come sia radicalmente cambiata la mia vita da quel giorno, ogni cosa che faccio non appare più come prima. Siamo a dieci miliardi della stessa inutile constatazione.
Negli occhi delle persone che ho intorno si è spenta una luce che non si è più riaccesa.
Negli occhi dei miei figli è apparsa una improvvisa maturità e nel loro modo di parlare posso scorgere un diverso approccio alla vita, come chi è stato costretto ad adattarsi istantaneamente.
Mi manca l'aria. Questa è la sensazione che provo più spesso.
Eccomi. Sono qui sono al secondo Natale senza di te babbo,
Il bisturi taglia ancora; il dolore è ancora più forte e il pensiero della tua morte mi fa provare un dolore fisico nell’addome.
Nessuno ha veramente reagito e ritrovato la forza per andare avanti: mamma è un disastro totale ed io non so più come aiutarla; vorrei riprendere la mia vita in mano e andare avanti, ma lei non me lo permette e a me mancano le forze.
POST SCRIPTUM
Oggi, a distanza di oltre nove Natali e giorni dalla tua morte, mio amatissimo padre, ti dico che la vita mi sta iniziando a restituire quello che mi aveva tolto fino ad ora.
Non mi ricordavo più che cosa fosse la gioia e ora la sto vedendo.
L'ho ritrovata in quello che faccio, pensavo di non esserne più capace.
Mi ero completamente persa nella mia tristezza e nell'apatia in una morte parallela.