Il lutto
Tra il dilagare dei luoghi comuni che ci affogano, non possiamo inserire il disagio emotivo arrecato dalle feste natalizie in molte persone. Non è un luogo comune, ma una verità, molto spesso drammatica. La causa maggiore è il lutto, la mancanza della persona cara, la sua presenza, la condivisione del periodo festoso. In questo caso, la fine del periodo natalizio è agognata, in quanto ogni giorno è dolore, sorrisi forzati per non fare soffrire anche gli altri e battute che cercano di mascherare il disagio.
Per la persona o le persone più vicine al defunto, non si può certo parlare di Festa. Anche negli anni successivi non si avrà mai una concezione del Natale, come prima dell’evento.
Ci sono poi casi particolari. Ho in mente il mio collega Marco a cui è deceduto il figlio di un mese, proprio il giorno di Natale. Il giorno simbolo di una nascita epocale, è coinciso con la morte bianca di un bambino.
Il padre è entrato in camera del bambino con un piccolo cubo, incartato con carta dorata e un filo rosso. Ma la vita del bambino non c’era più. Rimaneva un bambolotto freddo e un dolore a cui non può corrispondere una descrizione.
Ora mi chiedo: se ogni Natale, io mi ricordo ogni dettaglio di quello che il padre mi ha raccontato, immagino il suo stato d’animo e quello di sua moglie, i loro flash dei vari momenti, ogni passo verso la culla, ogni attimo.
Il Natale è un richiamo troppo forte per non esasperare un momento che sarebbe stato comunque drammatico in ogni giorno dell’anno. Molti miei pazienti hanno subito lutti gravissimi, ma il cervello, fortunatamente, su questi eventi, progressivamente va in tilt e l’oblio diluisce e trasforma il dolore in un dolce ricordo, in quello che sarebbe potuto essere, come sarebbe stato e può diventare un malinconico, ma costruttivo ricordo.
Il Natale non concede questa opportunità in quanto la felicità è di default e acuisce in modo inimmaginabile ogni assenza. Perfino una palla di Natale Speciale di Natale che avevi da molto tempo e non trovi più.