Cervello in Tilt

Galassie

22 Gennaio 2018

Galassie

Incontro ravvicinato con David Lynch

di Stefano Michelini

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Piacere Maestro, sono Stefano Michelini, psichiatra, e onorato ed emozionato di essere qui

 

E’ un piacere conoscerti Stefano

 

Devo ringraziare Fatima

 

Tutti dubbiamo ringraziare Fatima

 

Ho dentro una cosa che mi preme dirle, più di tutte le miliardi di cose che vorrei: Sono un Cuore Selvaggio ed è per questo che sono qui

 

[Ride]

 

Chi sei Lula o Sailor di Cuore Selvaggio ?

 

Sono entrambi, ma soprattutto il giacchetto di pelle di serpente di Sailor e le fiamme della notte dell’incendio della casa

 

Interessante

 

Cosa Maestro?

 

Niente

 

Volevo solo dirle questo 

 

Spero di rivederla presto

 

Piacere di conoscerti Cuore Selvaggio, continua ad esserlo

 

Mi scusi Maestro, un’ultima questione: i miei pazienti che la conoscono trovano se stessi nella sua opera “Lost Highway”: le paure, le incertezze, la malinconia e, soprattutto, la sensibilità eccessiva, che non solo possono portarli lontano dalla loro vera natura, ma addirittura, arrivare a cambiarla completamente.

 

Il fatto di sentirsi persi deriva da quello che hai appena detto. Alle paure, le incertezze, la malinconia, la sensibilità eccessiva, aggiungo, per esperienza personale, la rabbia. La rabbia mi aveva allontanato molto da me. La meditazione trascendentale ha fatto fluire via ogni mio livello di rabbia, tanto che i miei cari non mi riconoscevano più, così calmo e tollerante. 

 

Ride

 

Poi, ognuno trova nei miei film quello che intimamente gli appartiene. Come di fronte ad un quadro. I miei film, le mie serie hanno un significato diverso per ogni persona che li guarda. Io non trasferisco messaggi, io non voglio dare messaggi. Ciascuno deve trovare il proprio in quello che presento, nella massima libertà. 

 

Il Senso della Vita?

 

Il Senso della Vita è altalenante fino a quando non siamo consapevoli che non ci piace essere altalenanti. Per lunghi anni, può essere direzionata dai nostri disagi. Il senso della vita, il mio senso della vita, come quello di chi si è perso, è ritrovare la strada di casa, o detto in modo più sofisticato, il nostro sé.

 

Grazie Maestro, ci rivediamo nel prossimo incubo

 

PS: Ho poi visto due puntate della terza stagione di Twin Peaks e poi ho smesso, perché per me ingestibile per eccesso del lato visionario della vita. Ho molto rimpianto la stanza rossa, anche se compare come prima scena, della prima puntata della terza serie. 

 

 

Appendice 1

 

Le impressioni di Giovanni Spina, 23 anni, laureato in Scienze Politiche e master in corso d’opera, in Cittadinanza Sostenibile (Facoltà di Antropologia culturale all'Università di Utrecht). 

 

Giovanni è in disparte, rispettoso, anche se brama di parlare con il Maestro. Lo avevo portato con me, perché la motivazione oltre misura va sempre premiata. E la sua era decisamente oltre misura. Ci mettiamo vicini, questa volta un pò più in disparte io, ma questione di un metro. 

 

Io ascolto tutto, ma sono completamente alienato, accanto a loro, ma assente, fissato questa volta su Cuore Selvaggio. Annuivo passivamente alle risposte del Maestro, come quei cani finti, che ciondolano la testa nel retro delle macchine. 

 

Cinque minuti dopo non ricordavo niente di quello che si erano detti.

 

Mesi dopo, gli ho chiesto per WhatsApp le impressioni ricevute.

 

Giovanni Spina: 

 

Mi ha emanato una pace assoluta, come se invece di fronte al Dio dell’inquietudine sotto soglia, fossi di fronte a Ghandi

 

Ero interdetto e le mie domande sulla possibile coesistenza dei due mondi fosse possibile, rimbalzavano in un muro di gomma fatto di smorzate sotto rete imprendibili

 

Sono uscito ipnotizzato dall’uomo, non dal regista. Una figura Aliena, che non si presta alle domande di noi umani a seconda che non siano poste nel suo codice.

 

 

Appendice 2

 

Ogni volta che si fa qualcosa partendo da certe nostre idee è il passato che le colora.

 

Mi sedevo sotto un albero dentro una pozzanghera fangosa: era bellissimo. Quando ti ricapita di sguazzare nel fango con il tuo amico all’ombra di un albero? Praticamente mai

 

Siccome non facevo altro che disegnare, mia madre si rifiutò di comprarmi libri da colorare, perché avrebbe ucciso la mia creatività. Cosa che non fece con mio fratello e mia sorella.

 

Mia madre, apparentemente anaffettiva, mi ha riempito di Amore e mi ha dato la Direzione.

 

Appendice 3

 

Si allontana, abbracciando la mia ex moglie Maria Rosi Lazzari, professoressa di educazione fisica e promotrice con Fatima Franco e  con la Preside Daniela Venturi, dell’Istituto Superiore Pertini di Lucca, di un progetto sulla Meditazione Trascendentale in ragazzi complessi. Li osservo: la mia ex moglie ha sicuramente bevuto, lo percepisco dalla elaborazione delle sue frasi, di solito semplice e dirette e ora circostanziate. Lui è paterno e le riconosce il valore di una pioniera.

 

 

Appendice 4

 

 

22 Giugno 2017 ore 19.30

David Lynch non è che un bel signore, con cui conversare cordialmente di niente. La sua interazione umana è in codice. Lui abita dentro di sé. Queste sono le stanze dei visionari, in cui mi piace pensarli in incontri di ritrovo, magari sulla ruota di Fellini o dentro un allevamento pieno di galline viola e pavoni, come se niente fosse. 

 

Il nostro mondo è troppo piccolo per loro. La loro mente ha bisogno di una logica espansiva tridimensionale e multi-cromatica più ampia e con ogni possibile dinamica di sviluppo, come un pompiere che prende fuoco improvvisamente mentre dorme.

 

Dopo le parole scambiate, psicologia e psichiatria rinviate al libero arbitrio di ciascuno, film da interpretare da noi senza un suo messaggio preciso su cui esprimere pareri, capii che era ora di andare.

 

Dissi alla mia ex moglie che era ora da di andare, perché il bello di Lynch era dentro di lui e che non avevamo speranza di ascoltare una frase che ci avesse cambiato la vita nemmeno se fossimo restati per secoli. 

 

Il contrario di Rita Levi Montalcini: ogni frase, una freccia diretta al mio cervello.

 

Uscimmo e la mia ex-moglie, ancora con un significativo tasso alcolico addosso, non trovava la bicicletta. Non avevo voglia di aspettare e andai a piedi verso casa, che distava almeno tre chilometri, distanza astronomica per me. Infatti a metà chiamai un taxi.

 

Ci sono incontri che verbalmente non dicono niente e di conseguenza ti lasciano emotivamente perplesso. Sospetto è il fatto che non li dimentichi più. Senza avere parlato di niente.