Cervello in Tilt

Galassie

17 Aprile 2018

Galassie

Eroi

di Angela Pieri

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Mi chiedo: 

 

perché la programmazione della Rai è stata modificata per la morte di Frizzi e non lo si fece per la morte di Falcone? 

 

In questo Paese tutto può succedere. 

 

Poche cose hanno una logica comprensibile. 

 

Il sincero ed enorme cordoglio riportato per la morte dell'amato presentatore della Rai ha portato ad una cosa che non si era mai vista: la camera ardente è stata ospitata nella sede della Rai in viale Mazzini, i funerali sono stati mandati in diretta, mentre centinaia e centinaia di persone hanno fatto la fila per porgere l'estremo saluto a quello che è stato definito "uno di noi". Uno di noi come mio padre Sergio, penso.

 

Frizzi era il conduttore e l'amico della porta accanto, un vicino di casa, garbato, educato, con la faccia leale, l'amico di cui ti potevi fidare. L'amico che ogni sera portava allegria nelle case, senza sbavature o alzate di testa. 

 

L'educazione e la semplicità erano la sua cifra, tanto da diventare "un eroe dei buoni sentimenti”, come mio padre Sergio, un pasticcere fantastico, che senza fare il fenomeno del cibo, ha deliziato ogni giorno l’inizio della giornata di migliaia di persone con le sue incredibili bontà. Ha allietato le domeniche delle famiglie di una piccola cittadina come Lucca, con i suoi amatissimi dolci. Amatissimi per lui ,che li preparava con amore immenso e amatissimi per chi li mangiava: adulti e bambini. Non certo “un eroe dei buoni sentimenti”, ma portatore di sorrisi e gioia semplici. Proprio come Frizzi. 

 

La sua morte brutale come tutte le morti, lascia una giovane compagna e una bimba di quattro anni, Stella, è stata vissuta giustamente come un lutto collettivo: è scomparso un eroe dei nostri tempi. E la Rai ha portato rispetto ad un suo collaboratore, cavalcando l'onda emozionale dell'intera nazione, sconvolgendo il palinsesto e l'intera programmazione. 

 

Falcone era un altro tipo di eroe

 

Un eroe che ha dato la vita, imboccando e proseguendo il suo cammino, a testa alta, in un vicolo cieco, con la fine già annunciata e donata per la giustizia e il suo paese. 

 

La strage mafiosa che lo portò via impietrì il Paese. 

 

Subentrò la paura e l'impotenza. 

 

Sentimenti uguali e tali a quelli che l'opinione pubblica provò per l'altro magistrato Borsellino, ucciso sempre dalla mafia qualche mese dopo, secondo una precisa programmazione del terrore. 

 

 

 

 

Mi chiedo:

 

Frizzi entrava ogni sera nelle case degli italiani, con la sua bontà mai millantata, ma vera e scanzonata. Inoltre, senza farsene vanto, aveva salvato la vita di una giovane donna, donando il midollo osseo. Gesti che la gente non dimentica. 

 

Falcone ha perso la vita per gli italiani, assieme alla moglie Francesca e a gli uomini della sua scorta. 

 

Costretto dal suo senso di giustizia a vivere isolato, presente solo sporadicamente nelle case della gente, con modalità che gli impedivano di essere sempre sotto gli occhi delle persone. Il suo lavoro doveva essere più anonimo possibile. 

 

Se per Frizzi la cifra era la familiarità per Falcone era la riservatezza. 

 

Al tempo del povero Falcone, la Rai era in mano a dirigenti di piccolo calibro che pensarono bene di onorare una simile tragedia mandando in onda la trasmissione "Scommettiamo che", per uno strano caso condotta proprio da Frizzi. 

 

Un errore che, fortunatamente, non si è ripetuto in occasione della morte di quest'ultimo. 

 

La politica è sempre pronta a cavalcare la cronaca: due giorni fa è stato deciso di dedicare una strada di Roma alla memoria del presentatore romano, e speriamo, visto la condizione delle strade nella capitale, che la sua non sia piena di buche.