Cervello in Tilt

Galassie

16 Marzo 2018

Galassie

Colette, Chérie e me

di Stefano Michelini

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[ Benedetta Montini ]

 

PROLOGO

Coletteová, Sidonie G., nota come Colette è stata una scrittrice francese. Insignita delle più importanti onorificenze accademiche, nonché Grand'Ufficiale della Legione d’onore. Prima donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere funerali di stato. Nata il 28 gennaio 1873, è morta il 3 Agosto 1954.

 

PIOVE SULLA CITTÁ PROVVISORIA

Piove sulla citta provvisoria, le auto sprofondano nelle voragini d’asfalto, passano zattere e gommoni, ma di autobus neanche l’ombra.

 

Solo i gatti galleggiano, come fatti di nuvole d’angora e non si bagnano …

I gatti, infatti, odiano l’acqua e si creano una bolla prossemica dall’umidità.

Come me dal mondo inutile.

 

L’autobus ritarda.

So che Madame, mi odierà per questo. 

Capricciosa, irruenta, tirannica, egocentrica, sensuale 

Aliena Colette

Come faccio? Sono irrimediabilmente fuori tempo 

 

Confido in questi graziosi cuccioli di gatto d’angora rosa 

 

Un cucciolo dal muso triangolare come lei

 

Un cucciolo d’angora rosa con il muso di monella come lei

 

Provo a catturarne uno

 

Mi sfugge

 

Era scontato il mio tentativo vano. I gatti non bisogna catturarli, bisogna farli innamorare. Lo so da sempre, ma con il mio basso livello di empatia per i felini ho scarse possibilità.

 

Sono tentata di rinunciare.

 

Uno dei due sembra capire la mia disperazione affannata.

 

Lo vedo spuntare dal grigio bagnato della strada. 

 

Chèrie, un meraviglioso cucciolo d’angora rosa

 

Sembra un cappello della “Belle Epoque”, morbido, con le piume. 

 

Mi salta nella tasca, si acciambella dentro come un guanto.

 

Ecco l’autobus finalmente.

 

Due miracoli ravvicinati.

 

Controllo: solo quindici minuti di ritardo. 

 

Madame mi perdonerà sciogliendosi alla vista del dolce Chèrie

 

Arriviamo

 

Chèrie con me, mio dono, mia richiesta di accoglienza

 

La vedo: austera come il suo funerale di stato, sbarazzina come un can-can

 

Madame, ho ritardato per salvare questa bestiola dal naufragio 

 

Io non esisto

 

Chèrie e Colette, sembrano vivere di vita propria, un’intesa immediata che chiamerei un coup de foudre tra un gatto e una donna. Non una sorpresa ai miei occhi.

 

 

 

Ho visto, l'altro ieri, sui bastioni della città, una bella gatta tigrata che esseri ignobili avevano abbandonato nell'acqua e nel freddo con i suoi tre cuccioletti. 

Ho preso le quattro bestiole e le ho portate a casa, al sicuro. Non potrò mai descrivere fino in fondo la riconoscenza dimostratami dalla gatta!

 

Sono qui con uno scopo preciso: volevo parlarle di “Amanti”. 

 

Volevo che lei me ne parlasse.

 

Si di amanti vorrei che lei mi parlasse, Madame, uomini di altre, sposati o ossessionati da lei, spasimanti, ammiratori, non mariti, non fidanzati, non amici, non nulla, donne, uomini, non donne, non uomini, da trattare con la delicatezza di quei lunghi guanti di velluto neri e la rasposità del guanto di crine.

 

Legge il mio pensiero. 

 

Esatto signorina bisogna usare entrambe le cose: la soavità del velluto e l’asprezza del guanto di crine. Sa i gatti fanno le fusa, ma poi graffiano anche i loro beneamati padroni, per riaffermare la propria autonomia, la libertà che è la loro prima condizione essenziale, come per me.

 

Oso. É il momento. Mi scusi, ma lei fece firmare i suoi primi romanzi da suo marito e mi parla di libertà? 

 

Ero una ragazzina , Willy si approfittò….

Da mediocre scrittore quale egli era, mi chiudeva ore in una stanza

Mi concedeva qualche cioccolatino e molta ginnastica, passeggiate al parco, 

tutto al fine di produrre per lui dei racconti.

Racconti che poi firmava col suo nome …

 

Mi ricorda la storia di quel film “Big eyes”, lo ha visto? In cui c’è lei che dipinge chiusa in una stanza e suo marito che firma i quadri e raccoglie i consensi del pubblico. Orribile. Orribile.

 

I Barbablu signorina. Stia attenta ce ne sono troppi in giro. 

 

Povero Willy e la sua autonomia. Ebbi cosi tanti amanti che la sua barba da blu divenne di tutti i colori, anche di quelli impossibili da creare. 

Poi, comunque lo lascia fui danzatrice, scrittrice, cantante, la belle Epoque sa i cafè chantant, Tolouse Loutrect, esseri bizzarri, puttane e lacchè. Avrà modo anche lei, mia giovane amica di incontrarne nel suo breve passaggio sulla terra, ci sono sempre dai tempi di Nerone

Forse lei non lo sa ma io aprii anche degli istituti di bellezza, con creme e belletti, firmai un profumo, inventai gioielli, corsetti, abiti alla moda.

Diedi il nome a profumi, cosmetici e abbigliamento 

 

Deteriore o no, tutto quello che era donna o uomo mi eccitava. Io ero libera di tutto.

 

Lei lo è signorina libera, o alla sera deve spegnere il telefonino per non generare fantasiose gelosie del suo uomo?

 

Non rispondo

 

Respiro

 

Respiro

 

Sono affondata dal mio mito.

 

Lei mi accarezza e mi solleva il mento centrando i nostri sguardi. Diluendo la mia vergogna.

 

Ritrovo la forza di parlare. 

 

Lei mi ha stregato madame, ma lei ha avuto il coraggio di raccontare una storia di amanti in cui la protagonista, più che quarantenne, se la spassa con un giovane diciasettenne dai capelli nero-turchini, oltretutto il suo figlioccio da educare, un giovane dandy di grande fascino….

 

Mi interrompe.

 

Quando una donna matura ha una relazione con un ragazzo giovanissimo, lei rischia meno di lui. In tutte le storie che lui avrà in seguito, sarà marchiato da quell’esperienza e non riuscirà a cancellare il ricordo di quella sua prima amante.

 

Chérie, il mio amante, giunto all’acme della sua esistenza di ‘bello’ dinanzi a cui le donne, giovani o mature, si inchinavano, percepì una vaga inquietudine.

Irrimediabilmente cambiato dall'esperienza della prima guerra mondiale, dall'intima conoscenza di crudeltà e morte, il mio giovane amante, non fu più il ragazzo spensierato e superficiale di un tempo, ma è anzi un uomo ripiegato su sé stesso, che agogna disperatamente la felicità del passato.

 

Chérie trovò al suo ritorno che non c'era più nessuno che avesse un disperato bisogno della sua adorazione.

La moglie, ormai indifferente al suo fascino, aveva un amante.

 

La madre si occupava efficientemente di affari, senza il suo aiuto e sembrava insensibile al suo senso di smarrimento. 

 

Infine, persino Lèa, la vecchia amante, era totalmente e felicemente sprofondata nella sua vita in attesa del niente.

 

La personalità di Chèrie non riuscì più a riflettersi in nessuno, ed una angosciosa solitudine, un senso di vuoto ed inutilità sconfortanti, si posarono, come un sudario su un "vecchio ragazzo" stanco ed afflitto, incapace di trovare soddisfazione nel presente.

 

 Chèrie si chiuse in un’ossessionante rievocazione del passato, trascorrendo il proprio tempo in una stanza tappezzata dalle foto di Lèa.

 

Perse l’amante 

La mamma 

L’ amica 

E si ritrovò presto un vecchio dandy in declino

 

 

Vorrei che lei andandosene se ne ricordasse: 

 

“Ci sono meno modi di fare l'amore di quel che si dice, ma molti di più di quel che si pensa.”

 

Posso scriverlo su tutti i muri?

 

 

 

Si ricordi anche che l'ora della fine delle scoperte non suona mai.

 

Mi giro e non c’è più nessuno nella Città Provvisoria

 

Bello lasciarsi senza promesse.