Ecologia mentale

Perché ci accontentiamo di gratificazioni esistenziali ai limiti inferiori della norma?
Perché siamo dubbiosi?
Perché cerchiamo l’anima?
Perché cerchiamo soluzioni pratiche di vita in entità divine?
Perché siamo lenti o troppo veloci a livello decisionale?
Perché siamo irritabili?
Perché l’odio?
Perché la chiesa di ogni tipo e genere e la repulsione dei migranti?
Perché ci costruiamo gabbie micro e macro-sociali?
Perché siamo ricercatori piuttosto che clinici senza volerlo essere?
Perché siamo clinici piuttosto che ricercatori senza volerlo essere?
Perché siamo stanziali?
Perché l’Isis?
Perché il nostro aspetto esteriore diventa un fattore critico nella qualità della vita?
Perché siamo gelosi?
Perché siamo invidiosi?
Perché subiamo una fastidiosa coazione a ripetere frasi, errori, comportamenti?
Perché collezioniamo errori relazionali seriali?
Perché cambiamo spesso idee e quindi progetti, risultando in un nulla di fatto esistenziale?
Perché siamo ferocemente determinati ad ottenere un obbiettivo anche se questo comporta una insopportabile fatica di vivere?
Perché siamo costantemente in allarme su noi stessi?
Perché siamo costantemente in allarme per gli altri?
Perché siamo burocrati?
Perché siamo magistrati?
Perché siamo sensibili al giudizio altrui?
Perché ci arrendiamo di fronte a malattie delle età fragili, considerandole fisiologiche?
Perché, se tutti questi interrogativi e molti altri ancora sono gravati da una sottile vena di intuizione di infelicità, abbiamo l’impressione che comunque sia tutto sotto il controllo della nostra volontà cristallina e non sotto subdole trappole neuro-chimiche e quindi sotto un libero arbitrio soltanto creduto tale?
Perché il nostro essere inquieti Presunti Sani deve essere concepita una tassa alla sopravvivenza?