Cervello in Tilt

Ecologia mentale

20 Giugno 2018

Ecologia mentale

Ecologia mentale

di Stefano Michelini

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Non si può correre dietro o davanti agli altri nella quantificazione oggettiva di ciò che si produce. Cè un limite a tutto questo: quando le nostre attenzioni non sono più dirette a quello che facciamo, ma solo per fare più in fretta, non pensiamo più, non ci accorgiamo più del Tempo che scorre. 

 

Con la propria produzione, bisogna correre fintanto che lascia spazio, anzi stimola il cervello, che, viaggiando a ritmi più elevati diventa più prensile.

 

C'è un massimo fisiologico da rispettare, oltre il quale inizia un periodo di stasi ideologica e poi di declino in cui, la produzione continua ad essere costante, ma dentro ti inaridisci e diventi un uomo come tanti, senza quello spazio creativo che ti dà senso al vivere, del colpo di mano possibile, dell’Amore.

 

La protezione, l'incremento di questo spazio creativo è una delle poche forme di ribellione alla violenza psicologica che viene esercitata di continuo sull'uomo moderno inconsapevole e che fa in modo di farlo sentire fiero del proprio stress, dei suoi successi, del suo conformismo, del suo essere formale e adeguato o informale e inadeguato.

 

Bisogna fare un passo di lato dal vortice.

 

C'è bisogno di alimentare la vita che è in noi, di fare spazio a questi slanci vitali che sentiamo: dobbiamo chiamarci fuori e agganciarci a scelte di vita: se non lo facciamo, il tutto si ridurrà ad un deteriorarsi ed un morire di corsa, senza fiato.