Cervello in Tilt

Amore e altre Dipendenze Senza Droga

14 Novembre 2017

Amore e altre Dipendenze Senza Droga

Shopping compulsivo

di Stefano Michelini

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“… Cosa sarà che ti porta a comprare di tutto anche se è di niente che hai bisogno…”

 Lucio Dalla

 

 

Nell’accezione di Cervello in Tilt, lo Shopping Compulsivo, la dipendenza dal comprare di tutto, appartiene ad una tendenza generale di mancanza di controllo cognitivo, di origine ansiosa in molti ambiti. 

Nella accezione popolare si trasmette il concetto opposto: si tende a comprare il superfluo per eliminare una tristezza di fondo che ci affligge. 

La tristezza, in realtà, porta ad una paralisi comportamentale. Se sto male perché il ragazzo o la ragazza mi hanno lasciato, ho poca voglia di uscire e comprare: mi sento brutta/o, mi sento stanca/o, sento che niente suscita il mio desiderio di possedere. 

Questo lo si vede bene nell’espressione patologica della tristezza, la Depressione, in cui ci rinchiudiamo in un mondo senza desideri di ogni tipo. 

Al contrario, nel versante opposto patologico della depressione, l’Euforia che si agita nel paziente, porta a comprare di tutto, seguendo una sensazione di onnipotenza rivolta a se stesso: “Posso comprare tutto”.  

 

Questa situazione non corrisponde alla sensazione che prova il presunto sano nel comprare oggetti per placare ansie derivanti da sintomi di disturbi attenuati non riconosciuti dal medico, come il desiderio di accumulo e di collezionare scarpe, penne, tipiche del Disturbo Ossessivo Compulsivo. 

 

Se un soggetto compra in trance euforica non ha il gusto di comprare che il paziente compratore seriale ha. Il primo compra più o meno a caso in modo ingordo; il secondo sceglie con più pazienza ciò che gli piace anche se inutile e compra fino a quando l’ansia non si è placata. L’euforico smette quando ha terminato il denaro e si trova ancora in stato di agitazione

 

Il compratore compulsivo somiglia di più ad un soggetto che mangia spesso con gusto e scelta per sentirsi sazio e calmo, piuttosto che ad un atleta amatoriale, che oltre alla dipendenza endorfinica, corre fino alla sua pace interiore. Probabilmente anche l’uso continuo extra lavorativo del cellulare e la necessità di collegarsi ad Internet, placano l’ansia attraverso la comunicazione con altri o con web site

 

Visti esternamente tutti questi comportamenti non possono essere considerati che eccessivi e quindi necessitano di un intervento specialistico. Ma se scendiamo di livello, nel senso della intensità del desiderio e quindi nella facilità del controllarsi, quanti di noi, non desiderano quotidianamente un qualcosa che possa rallentare il ritmo della giornata? Una pennichella obbligatoria, un aperitivo, una sosta non necessaria, ma di abitudine, per un caffè o la sigaretta dopo aver fatto l’amore o dopo il caffè?

 

Se siamo entrati nel concetto di Cervello in Tilt, che ogni comportamento ha una sua componente disfunzionale nel cervello, abbiamo capito che c’è un percorso terapeutico efficace e risolutivo. In altre sezioni descriveremo altre situazioni di dipendenza senza abuso di sostanze, che comunque inquinano la qualità della vita in modo significativo. E’ sufficiente essere consapevoli del disagio e che c’è la possibilità di liberarsene.