Cervello in Tilt

Amore e altre Dipendenze Senza Droga

11 Gennaio 2018

Amore e altre Dipendenze Senza Droga

L'ignoto spazio profondo dell'amore

di Stefano Michelini

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Prologo

ADDICTED TO LOVE 

 

[Robert Palmer]

 

Le tue luci sono accese

La mente non è tua

Il tuo cuore è in affanno, il tuo corpo trema

Ci vuole un altro bacio

Non riesci a dormire, non riesci a mangiare

Non c’è dubbio, sei in guai grossi

La gola è stretta, non puoi respirare

Un altro bacio e tutto ciò che cerchi 

 

Whoa, ti piace pensare di essere immune alla roba, o si

È più realistico dire che non ne hai abbastanza

Sai che dovrai rendertene conto, sei drogata d’amore

 

Vedi I segni, ma non li interpreti

Stai correndo ad una velocità diversa

Il tuo cuore batte il doppio

Un altro bacio e sarai mia, un’idea fissa

Non puoi salvarti

L’oblio è la tua brama

Se ti avanza qualcosa

Non ti interessa

Le luci sono accese, ma non sei in casa

I tuoi desideri non sono tuoi

Il tuo cuore è in affanno, i denti digrignano

Un altro bacio e sarai mia

Whoa, ti piace pensare di essere immune alla roba, o si

È più realistico dire che non ne hai abbastanza

Sai che dovrai rendertene conto, sei drogata d’amore

 

 

 

La scienza è lontanissima dal comprendere l’amore costruttivo, ma è abbastanza vicino a identificare le basi neuro-chimiche del piacere e della dipendenza da qualsiasi sostanza o schema mentale che provoca piacere, sesso incluso quindi. Questione di anni e ne verremo a capo. 

 

Capire e conoscere è sempre meglio di non vagare nel buio, ma non riesco ad intuire le conseguenze di tale comprensione. Probabile che tutto procede come prima. Ad un cocainomane piace la cocaina, non sapere perché lo fa stare bene. 

 

A me piaceva Stefania, o meglio il sesso con Stefania. Entrambi ne eravamo consapevoli, schiavi ed adepti praticanti. Per me era un’anomalia, in quanto sono di natura un sentimentale e la mia vera dipendenza è sempre stata l’intelligenza di una donna. 

 

Il mio cervello cambiò la sua rotta, in circostanze particolari, un mattino ,quando entrato in laboratorio vidi Stefania china su una provetta, senza camice con jeans strettissimi. Il suo sedere, parte del corpo femminile, che mai mi aveva attratto in genere, mi indusse l’incantesimo. Stefania mi apparve come le Sette Sfere di Goku, fuse in unico ordigno micidiale. Corteggiamento zero, via nei campi.

 

 

Episodio 1

In uno dei laboratori c’era un vetro oscurato. Da dentro vedevamo il fuori. Stefania aveva dato di proposito l’appuntamento al suo fidanzato davanti a quel vetro e quindi noi lo vedevamo. Appena il fidanzato arrivò appoggiò la bicicletta al vetro e si appoggiò cercando di guardare dentro. Stefania, nuda si appiccicò al vetro come un geco, dove era lui e volle che la prendessi da dietro. Al tempo, la vissi come un’esagerazione, ma il fatto che nel mio cervello, quasi quaranta anni dopo, sia stampata quell’immagine, significa soltanto che al mio cervello non importa niente di quello che pensavo.

 

 

Episodio 2

Lavoravamo entrambi su esperimenti differenti. Lei mi si avvicinò e mi disse “non ne posso più e so che anche te non ne puoi più”. Il problema, come si direbbe ora era la location, con due sole opzioni: lo stabulario in mezzo ai conigli e ai topi chiusi nelle gabbie per gli esperimenti o in una piccola stanza completamente piena come un granaio, di piccole bottigliette di plastica bianca chiamate vials, che usavamo per gli esperimenti con isotopi radioattivi. Optammo per il sesso radioattivo sprofondando nelle vials come  se fossero spighe e fu fantastico.

 

 

Episodio 3

Alla fine degli esperimenti, lei mi volle accompagnare alla fermata dell’autobus, che avrei potuto raggiungere facilmente a piedi. Ma non era questa la sua intenzione. Uscita dal parcheggio dell’Università prese la strada verso la base militare di Camp Derby e entrò in un piccolo vicolo sterrato al tramonto. Il vicolo finiva in un campo aperto e lei proseguì con la sua Uno a velocità massima, slittando sul fango per i giorni di pioggia precedenti e saltando in tutte le buche. Testa coda e mani su di me. Poi si fermò e fu un amore folle.

Quando provammo a ripartire, la macchina si era infossata nel fango e non ripartiva. Come se niente fosse, ebbri di sesso, riguadagnammo la strada principale e tutti infangati facemmo autostop. 

Il giorno dopo un carro attrezzi andò a togliere l’auto dal fango, seguendo le nostre impronte pazze.

 

 

Morale: se ci penso mi sembra di rivivere quei momenti con tutti i sensi e sono immagini più vivide della mia laurea o di altri momenti top della mia vita. Cervello in Tilt, ma una passione travolgente sine materia, mai più provata.

 

La nostra storia durò quattro anni, poi lei si innamorò di me e ci lasciammo.

 

Se penso a te ora, Stefania, penso a quei fantastici anni, senza che tra noi ci fosse un contenuto condivisibile. L’ignoto spazio profondo dell’amore di Herzog era la nostra dimensione. Non se ne usciva.