Cervello in Tilt

Amore e altre Dipendenze Senza Droga

7 Febbraio 2018

Amore e altre Dipendenze Senza Droga

A ciascuno la sua dipendenza

di Stefano Michelini

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PROLOGO

La predisposizione alla dipendenza senza droga, e/o con droga, va ricercata nel profondo del nostro cervello, soprattutto dei Presunti Sani, che poi diventano Pazienti Certificati.

 

La domanda chiave è: perché non tutti diventano dipendenti al contatto con il piacere effimero di un acquisto desiderato da tempo, all’iniezione medica di morfina o all’uso di sonniferi e ansiolitici?

 

BASI BIOLOGICHE

Una delle maggiori funzioni della corteccia cerebrale frontale è promuovere un comportamento razionale e flessibile. Non è quindi sorprendente che studi recentissimi abbiano dimostrato la disfunzione di quest’area del cervello, nello sviluppo dell’abuso e della dipendenza senza droga o con. Ci sono molte variabili, che ancora ci tengono lontani dal capire i meccanismi della black box nel generare dipendenza, ma non siamo così lontani, come ad esempio nello studio della genesi dei sogni. Nel settore della dipendenza, però, si può passare dall’estremo sgradevole di una vita coatta fino ad arrivare alla morte. I giovani direbbero “roba pesa”.

 

PRESUNTI SANI E DIPENDENZE

Per restare nel nostro programma dei Presunti Sani non identificati in tempo, prima che cerchino di auto-curarsi hanno sicuramente minime disfunzioni di controllo dei meccanismi del cervello. Se non s’interviene tempestivamente, gli itinerari si delineano verso una tossicodipendenza conclamata e, a quel punto, si esce dalla categoria dei Presunti Sani. 

 

Salvo rare eccezioni ciascun lieve disturbo, non curato e catalogato come caratteriale, trova la propria dipendenza: i timidi propendono alla dipendenza da alcool e, in progressione, a quella di psico-stimolanti e cocaina; i paurosi diventano dipendenti da benzodiazepine; gli ossessivi dei loro rituali; gli ansiosi sviluppano dipendenza da ansiolitici ad ampio spettro e nicotina, sia per l’ansia diurna che notturna. È necessario però sottolineare che gli ansiosi sono molto diversi tra loro: un tempo non molto indietro erano messi tutti dentro il pentolone dei “nevrotici”, oggi sappiamo che anche a livello di Presunti Sani non è così. Per questo, come ogni tipo di ansia curata in modo specifico, ogni ansioso di un certo tipo non curato in tempo, andrà incontro alla sua dipendenza specifica.

L’uso e l’abuso di cannabinoidi è frequente in soggetti con un livello di ansia di base rilevante, dettata da ossessività e apprensione/angoscia generalizzate; sono invece scarsamente utilizzati da pazienti ansiosi con tratti di disturbo di attacchi di panico, in quanto la sensazione di non avere il controllo della propria mente aumenta la loro quota panico. I cannabinoidi trovano frequentatori assidui anche tra i Presunti Sani affetti da lievi oscillazioni dell’umore: è utile a planare, con tuta alare, in un limbo di stimoli e programmazione zero, con disimpegno massimo senza senso di colpa. Si tratta di Presunti Sani spesso filosofeggianti il loro disagio, che bivaccano nelle aule dell’Università, prima di capire che a quel punto se si è mantenuti dalla famiglia, si può anche restare comodamente a letto. In questa categoria rientra una nuova classe sociale emergente: i NEET, acronimo inglese di "not (engaged) in education, employment or training", traducibile in persone consapevolmente non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione. 

Una dipendenza vera e propria da Cannabinoidi è rara e denuncia una situazione di confine con una patologia franca: è equiparabile a una grave forma di tabagismo, che è l’unica dipendenza con statistiche certe di mortalità.

 

PRESUNTI SANI E ALLERTA DIPENDENZE

Fino a ora abbiamo trattato il problema dei Presunti Sani come spiegazione della sofferenza psicologica quotidiana, in assenza di un disturbo conclamato. Una sofferenza dovuta al difetto di collocamento di una persona, che si trova a un punto di sorte molto diverso da quello che avrebbe raggiunto, se i difetti psicologici fossero stati identificati e valutati precocemente. 

 

Genitori, pediatri e insegnanti di Nido, Scuola d’Infanzia e Primaria sono le figure che prima delle altre dovrebbero riconoscere un’aggressività, una timidezza, un’ansia da separazione anche solo lievemente superiore alla media.

 

A causa di questi tratti i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti crescono con questi difetti e fanno scelte coerenti con essi, non con le loro qualità.

 

I concetti del mal collocamento, che porta a essere Presunti Sani, lo abbiamo già affrontato e ora cominciamo a essere familiari con l’idea che il carattere è solo un cestino di rifiuti non differenziati, in cui viene depositato il futuro Presunto Sano.

 

Le strade dell’inquietudine blanda e costante s’incrociano tra loro e, molto spesso, costituiscono l’humus in cui i semi di uso, abuso e dipendenza da sostanze crescono molto facilmente. 

 

Si creano così due scenari possibili: 

  • un Presunto Sano che rimane tale, se si può chiamare tale un soggetto che fuma due pacchetti di sigarette al giorno
  • un altro Presunto Sano che prosegue il proprio percorso involutivo verso forme patologiche di dipendenza, con tutte le conseguenze fisiche e legali che ne conseguono. 

 

Se passiamo per normale il fatto che difetti psicologici minimi determinino una “accettata sofferenza quotidiana” - concetto assolutamente fuori da ogni logica - dobbiamo da ora in poi pensare a conseguenze più gravi di un “semplice” mal collocamento esistenziale.

 

In questo contesto, il nostro movimento di pensiero scientifico umanista acquista un valore preventivo. L’inquadramento medico delle nevrosi stilato da Freud da un parte, e le Neuroscienze dall’altra, hanno rivoluzionato il nostro modo di osservare il comportamento dell’uomo. Con tutti i neuro-scienziati illustri che si sono succeduti e passati il testimone della conoscenza, siamo finalmente arrivati a individuare con una latenza accettabile un disturbo vero.

 

Ora entriamo nella terza rivoluzione psicologica e psichiatrica: quella che riguarda il resto dei nostri giorni e il futuro dei nostri figli: La rivoluzione dei Presunti Sani?

Quindi attenzione. Attenzione. Attenzione.